Frequenze tv: in arrivo indagine Agcom e nuovo PNAF. Verso chiusura procedura d’infrazione UE

Dopo l’acquisizione da parte di Cairo del Lotto 3 del digitale terrestre, c’è aria di cambiamento nel dividendo digitale delle frequenze televisive.

L’Agcom ha messo a punto, e a breve trasmetterà al Ministero dello sviluppo, l’analisi della capacità trasmissiva sulle principali piattaforme. Sulla base dei risultati raggiunti, secondo quanto si apprende, il Mise potrà chiedere la chiusura della procedura europea di infrazione contro l’Italia per mancanza di pluralismo nella distribuzione delle frequenze in digitale terrestre. Potrebbe finalmente chiudersi così una vergognosa storia tutta italiana aperta nel lontano 2006 e nata dai conflitti di interessi tra la politica e un mercato monopolistico della televisione.

L’acquisto da parte di Cairo Network del multiplex in palio nell’asta per le frequenze tv potrebbe far realizzare una delle condizioni per la richiesta della chiusura della procedura di infrazione. Inoltre Italia può dimostrare oggi una capacità trasmissiva pari alla somma di tutti i mux europei e può applicare quell’operazione di razionalizzazione dello spettro richiesta dall’UE che le consentirà di uscire l’Italia dalla condizione di osservato speciale sul fronte delle frequenze. «La strategia che adotteremo – ha dichiarato il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli – ci consentirà non solo di mettere l’Italia in grado di rispettare gli accordi internazionali sottoscritti, ma anche di riorganizzare il settore dell’emittenza locale eliminando ambiguità, dando certezza di risorse e superando un’eccessiva e ingiustificata saturazione dello spettro».

Intanto il Ministero, come annunciato al convegno “Società connessa: frequenze e innovazione regolamentare, riflessioni per nuove policy di governo e crescita” nella sede della Camera dalla dirigente Eva Spina, ha preparato il Nuovo Piano Nazionale di ripartizione dello spettro radioelettrico, con nuove frequenze per la banda larga mobile destinate agli operatori di tlc , che sarà messo a breve in consultazione pubblica fino a settembre. Tra le misure sulle quali si richiede il parere degli interessati, a quanto risulta, c’è la destinazione della banda 1452-1492 agli operatori mobili. Ma la strada delle nuova organizzazione delle frequenze è irta di ostacoli: coordinamento internazionale e tv locali saranno le priorità all’ordine del giorno del governo.

Nella stessa occasione Maria Luisa Cesaro, responsabile Regulation and competition di Vodafone, ha sottolineato che gli operatori chiedono sostenibilità ed efficienza delle decisioni sulla destinazione e allocazione dello spettro. Una posizione condivisa anche da Wind e Telecom. Resta ancora aperta la questione della destinazione delle banda 700 MHz che gli operatori televisivi, come Mediaset, non vorrebbero cedere. Secondo le strategie di Giacomelli, l’Italia si adeguerà per fasi, dopo aver legalizzato lo spettro italiano e tenendo conto di orientamenti internazionali e evoluzione tecnologica (ad esempio il passaggio allo standard DVB-T2 del digitale terrestre).

Fonte: Il Sole 24 Ore Radiocor | corrierecomunicazioni.it

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Redazione
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