L’asta per i diritti tv della Serie A per il triennio 2018-2021, che potrebbe essere fissata in luglio, sarà forse al ribasso per gli operatori tv del mercato nazionale, ma potrebbe fruttare maggiori ricavi nella vendita all’estero.
I ritardi della Lega A (che rischia il commissariamento della FIGC) hanno però prodotto una prima conseguenza negativa: la gara per i diritti tv della Champions League 2018-2021 si chiuderà prima di quella per i diritti tv della Serie A. E porterà via preziose risorse alle casse dei broadcaster tv italiani che non navigano più nell’oro come un tempo.
Le linee guida del bando d’asta per i diritti tv Serie A 2018-2021 sono ora al vaglio dell’Antitrust: il 18 aprile sono scaduti i termini per presentare osservazioni (da parte degli interessati all’asta) sul testo predisposto da Lega e dall’advisor Infront, e ora l’Authority per la concorrenza e il mercato avrà tempo fino alla fine di maggio per esprimersi sul documento. Poi, dopo l’eventuale via libera dell’Antitrust, si procederà alla formulazione del bando di gara, con un’asta che potrebbe essere fissata in luglio, per essere chiusa in pochi giorni.
Per rendere l’asta più appetibile, Infront e Lega avrebbero concesso di più alle esigenze della tv: niente pausa del campionato durante le feste di Natale. Dal 2017-2018 si giocherà anche il 23 dicembre, il 30 dicembre e il 6 gennaio. Le Serie A si fermerà invece dal 7 al 21 gennaio.
In Italia però non ci prevedono gare al rialzo e si faticherà a raggiungere il miliardo di euro l’anno che dovrebbe garantire Infront. L’unico operatore televisivo seriamente interessato è Sky (che però non farà follie), Mediaset giocherà in contropiede (data la situazione con Vivendi), Discovery vedrà se acquisire pacchetti minori, e il solo soggetto telco che dovrebbe partecipare all’asta per i diritti online è Telecom Italia. Sono attese inoltre delle alleanze strategiche tra operatori tradizionali e tlc per ammortizzare il costo dei diritti.
Per l’estero invece si prevedono grandi margini di crescita. L’Italia, ora, incassa circa 185 milioni di euro all’anno dai diritti tv internazionali della Serie A, contro gli 1,2 miliardi annui della Premier League o i 600 milioni della Liga spagnola. E gli esperimenti per adattarsi al fuso orario estero (per esempio il derby di Milano giocato sabato scorso alle ore 12) saranno sempre più frequenti.
Interessa in modo particolare il mercato cinese da cui si attendono i maggiori introiti: al momento Pechino vale circa 10 milioni di euro all’anno di diritti tv versati alla Serie A, contro i 220 milioni di euro all’anno concessi alla Premier League, gli 80 milioni all’anno per la Liga e i 50 milioni all’anno per la Bundesliga. L’advisor Infront punterebbe ad incassare circa 50 milioni per i diritti esteri del campionato italiano, eguagliando almeno i ricavi tedeschi.
Fonte: ItaliaOggi