Perform non ha alcuna intenzione di cedere i diritti di ritrasmissione della Serie A e B di calcio a Sky, Mediaset o ad altri operatori. È disponibile invece a concedere l’uso della sua app alle piattaforme della concorrenza.
Mentre Perform con DAZN si appresta ad acquistare i diritti tv della Liga spagnola per il mercato italiano, rilevandoli in esclusiva per le stagioni 2018-2021 dopo una trattativa con MediaPro, chiude ogni possibilità di cessione dei diritti tv delle partite dei campionati di Serie A e B ai broadcaster concorrenti.
Come spiegato finora in incontri riservati da Jacopo Tonoli, chief commercial officer del gruppo, il gruppo britannico non ha alcuna intenzione di rivendere questi diritti alle pay-tv di Sky o di Mediaset. E invece disponibile a cedere la sua app a tutte le piattaforme interessate, ovvero gli OTT di Sky (Sky Q, NOW Tv, Sky Go), Mediaset (Infinity, Premium Play) ecc., per accelerare così la sua penetrazione in Italia e offrire ai tradizionali broadcaster la possibilità di presentare ai propri abbonati un palinsesto più completo.
Le operazioni di Perform in Italia, peraltro, da settembre verranno guidate da Veronica Diquattro, che si appresta a lasciare Spotify, di cui è managing director Southern Europe, e dove era entrata nel 2012 dopo un biennio in Google.
Di sicuro il break even di DAZN sulla Penisola è a medio-lungo termine. Il mercato italiano è complicato, i consumi sono fermi, i diritti tv costano molto, gli abbonamenti alla pay-tv, però, non decollano. Tanto per dire, l’operatore Eleven sports, che ha un modello di business molto simile a DAZN, ha provato a dare una occhiata ai vari bandi per i diritti tv dello sport in Italia, ma ha preferito mantenere un basso profilo, conservando solo la Serie C di calcio (2,90 euro a partita), la Serie D, il volley, la pallanuoto, e spingendo di più su mercati come il Portogallo o il Regno Unito, dove Eleven sports ha, per esempio, strappato l’esclusiva sulla Liga spagnola, e concentandosi maggiormente sui cosiddetti E-Sports (i videogame) per i Millennials.
In Italia, come anticipato, Perform ha già investito 193 milioni di euro all’anno per l’esclusiva su tre partite di Serie A a giornata (l’anticipo del sabato sera, il match domenicale delle 12,30, e uno dei tre incontri della domenica pomeriggio), cui sommare 22 milioni di euro all’anno più bonus per l’esclusiva della Serie B, e, si stima, circa 15 milioni di euro all’anno per la Liga spagnola.
Un totale, quindi, di 230 milioni , cui sommare 10 miloni di euro per la produzione delle partite di Serie A e B (e DAZN, molto probabilmente, produrrà lo stretto necessario, senza tanti Calcio Show) e altri 15-20 milioni per le spese di pubblicità e marketing. Siamo oltre i 250 milioni di euro di costi fissi all’anno. Un abbonamento da 9.99 euro al mese, per DAZN, significa 8 euro netti al mese di ricavi, ovvero circa 100 euro netti all’anno da ciascun abbonato. Solo per coprire i costi, quindi la piattaforma di streaming a pagamento dovrà raggiungere in Italia 2,5 milioni di abbonati. Che sono tanti, per un mercato come quello della Penisola dove Netflix si attesta attorno al milione di abbonati, e nel quale Premium, con la potenza di fuoco e l’aggressività commerciale di Mediaset, non è riuscita a sfondare.
Il primo anno di DAZN in Italia sarà quindi una sorta di prova: un investimento, un esperimento per testare il mercato italiano. In attesa dei prossimi bandi per i diritti tv della Serie A e della Champions League 2021- 2024. Intanto Perform chiuderà accordi con Sky affinché i possessori del nuovo decoder Sky Q possano scaricarsi la app di DAZN (un po’ come faranno con quella di Netflix dal 2019), pagando l’abbonamento alla offerta OTT ma restando nell’ambiente Sky: in questo modo Sky è felice, poiché completa l’offerta e trattiene i clienti nella propria customer experience; e pure DAZN è contenta perché accede in modo rapido agli oltre 100 mila clienti di Sky Q. Stessa cosa verrà fatta da Perform con le altre piattaforme OTT presenti in Italia, dal milione di clienti TIMVision ai 300 mila di Infinity (Mediaset), i 200 mila di NOW Tv (Sky) o, magari, con le offerte in mobilità di Sky Go e Premium Play riservate agli abbonati Sky e Premium.
Fonte: ItaliaOggi