Digitale terrestre Ravenna: giovedì 18 luglio l’udienza della Class Action contro la Rai

RavennaE’ fissata per il 18 luglio presso il Tar l’udienza della Class Action promossa dall’avvocato Andrea Maestri che l’autunno scorso ha raccolto 170 sostenitori abbonati Rai che protestano per i disservizi del segnale del servizio pubblico a Ravenna.  Sin dal passaggio alla tv digitale, nel lontano 2010, in alcune zone del capoluogo romagnolo i programmi Rai sono infatti inacessibili a causa della latitanza del segnale tv.

«Si sono costituite in giudizio – spiega Maestri – sia la Rai che la società controllata, proprietaria e gestore delle reti e delle infrastrutture, RaiWay, rappresentate e difese da due dei massimi studi legali nazionali». Tra i legali si trova il professor Giuseppe De Vergottini, professore emerito di diritto costituzionale, uno dei 30 saggi nominati da Letta per le Riforme. «Insomma, è come Davide contro Golia. Siamo piccoli, ma siamo tanti e speriamo di riuscire ad abbattere, metaforicamente, il gigante», aggiunge Maestri.

Rai e RaiWay si sono costituite in giudizio
con separatti atti: per la precisione, RaiWay, che non è la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo ma la società strumentale che gestisce le reti, controllata dalla Rai al 99%, si è costituita ad opponendum pur non essendo stata noi citata in giudizio. «Entrambe le società si difendono sul piano tecnico – aggiunge l’avvocato ravennate -, ricorrendo a non pochi cavilli meramente formalistici come quello di affermare che la “diffusione” è garantita secondo gli standard previsti dal contratto di servizio col Ministero e solo di “diffusione” parla il contratto e non di effettiva “ricezione”: quest’ultima spetta ai singoli cittadini, i quali, continuano a dire da Roma, non hanno posizionato bene le antenne».

Ci sarebbe però, aggiunge Maestri, una contraddizione quando si afferma che «sono stati aperti canali ulteriori per una più efficace radiodiffusione. Rai pretenderebbe anche che fosse coinvolto nel giudizio il Ministero, in quanto è esso che dà la concessione. Chiusura totale sulla restituzione del canone dallo Swich-off (passaggio al digitale) del 2010 ad oggi: è un’imposta dovuta per il semplice possesso dell’apparecchio e non un corrispettivo per un servizio. Sarà una bella e dura battaglia, ma non ci arrendiamo e arriveremo fino in fondo», conclude l’avvocato.

Fonte: romagnanoi.it

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