Biella – Nelle aree montane piemontesi la ricezione del segnale del digitale terrestre è ancora un disastro. In particolare nel biellese, da dove arrivano numerosissime le proteste dei telespettatori orfani della tv. E sulla vicenda interviene il Corecom, organo regionale per le comunicazioni, che ha inviato nei giorni scorsi agli enti locali un questionario per capire dove si debba ancora lavorare per eliminare definitivamente i problemi.
Da quando si è passati al digitale terrestre spegnendo i ripetitori analogici, nell’autunno del 2010 col famoso Switch-off, si sono susseguite in questi anni infinite proteste di cittadini e amministratori locali che si sono trovati a non poter più vedere i canali nazionali e regionali in tv. Lo scorso anno il presidente Corecom, l’ex giornalista Rai Bruno Geraci, aveva fatto partire un primo monitoraggio, ora la nuova indagine. Le lettere con le domande hanno già raggiunto anche le sedi delle Comunità montane biellesi.
La valle che forse vive la situazione peggiore è quella del Cervo. «Me lo lasci dire: il digitale terrestre è uno schifo – insorge il presidente della Comunità montana, nonché sindaco di San Paolo, Maurizio Piatti -. Siamo esasperati. L’alta valle vede la tv a intermittenza. Inoltre come Comunità montana abbiamo dovuto intervenire, in parte di tasca nostra, a realizzare degli adeguamenti sui due ripetitori di Riabella e Quittengo, senza però ottenere miglioramenti». Nella bassa valle, Tollegno e Pralungo, ancora nei giorni scorsi molti cittadini esasperati hanno scritto e telefonato al giornale de La Stampa. «Sa cosa dicono i tecnici? Che si dovrebbe installare il satellitare. Tradotto: altri costi e nuove complicazioni».
Migliore la situazione nelle valli Sessera e Mosso. Lo conferma la presidente della Comunità montana, Paola Vercellotti: «Dopo essere intervenuti sui ripetitori di Campore e di Monte Orfano, sopra Crevacuore, i canali Rai non danno quasi più nessun problema. Resta critica invece la ricezione dei canali Mediaset». La tv si vede a «macchia di leopardo» anche in Valle Elvo, dove comunque non si registrano le forti criticità di altre zone.
Fonte: La Stampa – Biella
Gli unici canali “culturali” che guardavo molto spesso cioè rai 5, rai storia e rai scuola non si vedono più…Temo ci sia di mezzo mediaset, con lo scopo di avvicinare così ai propri livelli “mamma rai”.
Se non si ride un pò…..intanto aspettiamo speranzosi che le cose si sistemino continuando naturalmente a pagare il canone rai.Saluti