Secondo fonti stampa DAZN avrebbe toccato quota 1,3 milioni di abbonati (paganti e non) in Italia.
DAZN, la piattaforma online di Perform group, sbarcata in Italia l’estate scorsa con l’ingente investimento dei diritti tv della Serie A e Serie B di calcio, dopo i primi intoppi e blocchi e le roboanti critiche, soprattutto da parte dei consumatori, pare abbia raggiunto una quantità accettabile di clienti.
Il numero ufficiale è secretato. Ma secondo La Repubblica, un dirigente di DAZN, parlando con i vertici di una società partner, ha sussurrato una cifra interessante: si sarebbe toccata quota 1,3 milioni di abbonati (paganti e non). La stessa cifra compare, come indiscrezione finanziaria, in uno studio che la Lega Calcio scrive sullo stato di salute delle pay-tv.
Come accennato non tutti questi clienti però sono paganti. Una parte usufruisce di promozioni gratuite, altri fanno parte di quell’utenza del primo mese gratis dell’abbonamento. C’è poi la questione della condivisione dell’abbonamento: DAZN permette l’uso di 6 dispositivi (smartphone, tablet, PC, Smart TV, console games) per vedere i contenuti sportivi, 2 di questi possono essere usati in contemporanea sullo stesso account. Questa concessione ha dato il via al mercato della condivisione degli account DAZN, tra amici e parenti, ma anche tra i siti web e le app come Together Price che propone appunto lo sharing degli abbonamenti e le divisioni dei costi.
Il variegato parco clienti di DAZN è comunque una risorsa per la tv online britannica per la pubblicità. Come opera Netflix, l’OTT di Perform group dispone di un’avanzata tecnologia di monitoraggio dei suoi utenti, paganti o meno, che traccia i comportamenti. E così può incoraggiare gli inserzionisti a investire sulla base di dettagliate profilazioni degli spettatori.
A favorire DAZN qui in Italia anche uno strano privilegio. La pay-tv non ha un palinsesto classico e lineare (come può essere quello della Rai e in parte della stessa Sky). DAZN non ha neanche una infrastruttura di trasmissione di sua proprietà, visto che si appoggia alle reti Internet generali. Per queste due ragioni, l’Agcom ritiene di non poter vigilare sulla pay-tv online, cui dunque non si applicano le norme in materia di televisione o pubblicità. In grado di controllare Sky o Mediaset, ma impotente nei confronti di DAZN o della stessa Netflix, il Garante per le comunicazioni ha pronta una segnalazione al governo perché cambi la legge e trasformi le web tv in soggetti “vigilati”.
Pare dunque che DAZN, tanto criticata al suo esordio, stia trovando la strada per fare business anche in Itala, forte delle buone perfomance finanziarie registrate nell’ultimo di attività in Austria, Germania, Svizzera e Giappone, che hanno portato i ricavi dagli 8,7 milioni di sterline (dell’anno prima) fino a 90,8 milioni di sterline.
Fonte: La Repubblica Affari&Finanza