CRTV approva interventi cautelari immediati per tutela diritto d’autore

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Confindustria Radio TV (CRTV) si schiera a favore delle modifiche del regolamento Agcom per la tutela del diritto d’autore.

«Un’efficace tutela contro le violazioni di copyright non può prescindere da strumenti giuridici di intervento cautelare caratterizzati da celerità e immediatezza. Si approva pertanto la proposta di prevedere una revisione del regolamento, nel senso proposto nel testo oggetto di consultazione, con particolare riferimento alla parte in cui si prevede la possibilità per l’Autorità, su richiesta motivata, di ordinare agli operatori di mere conduit di porre fine alle violazioni dei diritti d’autore». 

Così si è espressa CRTV illustrando la posizione associativa in merito alla “Consultazione pubblica sullo schema di proposte di modifica al regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica e procedure attuative” (ai sensi del D.Lgs. 70/2003, di cui alla Delibera n. 680/13/CONS e s.m.i.). Per CRTV hanno partecipato all’audizione, che si è svolta in remoto, il Direttore Generale Rosario Donato e l’Avvocato Annamaria La Cesa, Normativa e Regolamentare.

CRTV ha ribadito il proprio apprezzamento per l’operato dell’Autorità e per l’impegno profuso in materia di tutela del diritto d’autore, ponendo l’accento specialmente sulla necessità che tutti i provider rispondano dei contenuti diffusi e sul fatto che l’esenzione di responsabilità per gli operatori di mere conduit sia da riconsiderare poiché pressoché tutti utilizzano strumenti di selezione e promozione dei contenuti.

Intervento di urgenza entro 30 minuti. La proposta di modifica va ad impattare sul tema fondamentale della tempestività, promettendo un intervento entro trenta minuti dalla segnalazione del titolare dei diritti. Tale tempistica costituirebbe un notevole passo avanti rispetto allo status quo, in particolare con riferimento ai provvedimenti di urgenza, da anni emessi stabilmente dalla sezione specializzata del Tribunale di Milano, che dispongono sì un intervento “immediato” dei fornitori di servizi di connettività (“ISP”), ma al contempo non prevedono un tempo definito per tale intervento. Ciò fa sì che nella prassi operativa ci siano scostamenti significativi nei tempi di implementazione garantiti dai diversi ISP, comunque generalmente superiori ai trenta minuti previsti dalla novità regolamentare.

CRTV ritiene molto importante, al fine di rendere effettivi i trenta minuti, evitare che le verifiche di Agcom diventino un possibile ostacolo, anche perché impegnano l’Autorità a fornire risposte in tempi strettissimi e il più delle volte in giorni ed orari non lavorativi. In tal senso, le verifiche previste nel nuovo art. 4-sexies non dovrebbero riguardare la fondatezza delle segnalazioni, ma solo la loro conformità e completezza, consentendo una verifica automatica da parte del sistema informatico che verrà all’uopo predisposto.

Blocco IP, non solo siti internet. Si è inoltre rilevato di fare riferimento, nei nuovi articoli 4-quater, 4-quinquies e 4-sexies, non soltanto ai “siti internet”, quanto piuttosto ai “siti internet e/o indirizzi telematici”. Ciò perché il fenomeno delle IPTV pirata, che si intende contrastare con le modifiche regolamentari proposte, si fonda solo in parte sull’utilizzo di siti internet: in effetti, siti internet vengono normalmente utilizzati per la promozione, ma non per la trasmissione dei contenuti, che avviene tramite server collegati a precisi indirizzi telematici (oggetto principale degli ordini di blocco).

Notice and stay down. L’Associazione è da sempre impegnata nella tutela del diritto d’autore, e in particolare si è sempre impegnata affinché venisse affermato il principio del “notice and stay down”, che rappresenta l’unico mezzo di effettiva tutela dei diritti dei titolari. Infatti, il semplice “take down” non impedisce agli utenti che caricano contenuti di immettere nuovamente le opere protette sulle piattaforme. Occorre quindi accertarsi che l’utilizzatore abbia compiuto i massimi sforzi per impedire il caricamento in futuro del materiale protetto segnalato o di materiale equivalente (anche alla luce della sentenza della CJUE C-18/18, sentenza del 3.10.19, Eva GlawischnigPiesczek c. Facebook Ireland Limited).

Fonte: confindustriaradiotv.it

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