Crisi Dahlia Tv, l’unica possibilità di salvezza si chiama Telecom Italia

Da un articolo di Francesco Spini su La Stampa del 15/01/2011:

Dahlia lancia segnali al governo: l’unica sua possibile scialuppa di salvataggio si chiama Telecom Italia.

Alcuni giorni fa, nel corso del primo incontro al ministero dello Sviluppo Economico sulla crisi della televisione messa in liquidazione dopo l’addio dei soci svedesi di Air Plus, il viceliquidatore di Dahlia, l’ex amministratore delegato Guido Fienga – accompagnato dal direttore editoriale di Filmmaster Television Maurizio Biscardi (figlio di Aldo) – ha illustrato ai funzionari del dicastero guidato da Paolo Romani un documento. Una lunga disamina in cui, non senza amarezza, si ripercorrono i motivi che, secondo il management, hanno portato l’unica pay tv concorrente di Mediaset Premium sul digitale terrestre a soccombere.

Dahlia, secondo la ricostruzione, ha patito la guerra dei prezzi scoppiata tra Sky e Mediaset unita ai costi «sproporzionati» sopportati per l’affitto della banda di trasmissione (fornita da Telecom Italia Media, azionista di Dahlia per il 10% circa). E poi c’è la dura critica al sistema di assegnazione dei diritti della serie A, che – con la perdita delle tre squadre per lei più importanti, ossia Fiorentina, Palermo e Bologna – ha portato la società a perdere in un lampo il 50% della base clienti.

L’ipotesi in queste ore allo studio del liquidatore Mauro Paoloni è «la cessione di un ramo d’azienda». Ne nascerebbe una good company in cui confluirebbero, si legge nel documento, «la clientela di Dahlia, il sistema di accesso per la decodifica del segnale video, i contratti dei principali contenuti trasmessi, i dipendenti Dahlia (sono 30, ndr), il contratto di produzione tecnica e messa in onda con Filmmaster Television», azionista al 7% e cui fanno capo 135 lavoratori che in queste ore vivono col fiato sospeso. I debiti – esclusi ovviamente quelli legati alle attività da scorporare – rimarrebbero in capo a Dahlia in liquidazione.

A chi vendere tutto questo? A Franco Bernabè. «A nostro avviso – scrivono gli uomini di Dahlia – l’unico soggetto in grado di favorire la nascita di tale good company» attraverso soluzioni come l’acquisto o l’affitto «è il gruppo Telecom, sia per le possibili sinergie con la controllate Telecom Italia Media, sia in quanto unico operatore disponibile ad avere banda disponibile per sostenere tale business».

Il tempo però stringe. «La settimana prossima sarà decisiva in un senso o nell’altro», confida chi segue la vicenda da vicino. E pure nel documento presentato da Fienga si dice che una soluzione come quella descritta «dovrà essere avviata entro il 31 gennaio, in quanto successivamente a tale data il liquidatore sarà costretto a spegnere le trasmissioni di Dahlia Tv, con conseguente irrimediabile perdita della continuità aziendale».

Per scongiurare l’evento, è cominciato il pressing su Telecom. Molto fredda sul dossier appare invece Mediaset, dove si respingono al mittente le accuse di aver contribuito ad affossare la piccola concorrente. A cui però in passato (come del resto Cairo), una volta sollecitata, si mostrò interessata, approfondendone l’esame dei conti. A luglio Mediaset arrivò a un passo dal siglare un accordo commerciale (che nel tempo sarebbe potuto evolvere, secondo voci, fino all’acquisto del concorrente) per includere nel proprio abbonamento anche l’accessibilità ai canali (e alle partite) di Dahlia, a fronte di 15 milioni. Dicono che tutto saltò per le proteste di Sky alla Lega Calcio, ma sul punto mancano conferme.

10 thoughts on “Crisi Dahlia Tv, l’unica possibilità di salvezza si chiama Telecom Italia

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  2. DAHLIA TV: SINDACATI, NECESSARIA REGOLAZIONE MERCATO TELEVISIVO

    (ASCA) – Roma, 17 gen – Esplorare tutte le opzioni possibili che salvaguardino l’occupazione diretta e dell’indotto ed ”evitare che carenze regolatorie consentano di fatto la chiusura del nuovo mercato del digitale televisivo, producendo, oltre all’impatto sui livelli occupazionali, anche l’effetto di scoraggiare gli investitori stranieri ad essere presenti nel nostro Paese”. Cosi’, in una nota, le Segreterie Nazionali SLC CGIL, FISTEL CISL e UILCOM UIL che giovedi’ scorso hanno incontrato i rappresentanti del Liquidatore di Dahlia TV ”per acquisire informazioni sulla effettiva situazione ed esaminare le soluzioni possibili atte a garantire continuita’ di lavoro ai dipendenti e ai lavoratori dell’indotto”.

    Nel corso dell’incontro, si legge nel comunicato, da parte aziendale sono stati illustrati i motivi che hanno determinato l’attuale crisi di Dahlia TV, riconducibili essenzialmente alle scelte di Lega Calcio sulla vendita dei diritti del calcio, intervenute soltanto un mese prima dell’avvio del campionato, che hanno messo in condizione di grave svantaggio competitivo l’azienda. Nonostante gli investimenti sostenuti nell’anno e mezzo di attivita’ di Dalia di circa 110 mln. di Euro, visti anche i costi di affitto della capacita’ trasmissiva, la situazione e’ apparsa alla maggioranza degli azionisti non piu’ sostenibile. Da qui la decisione di mettere la societa’ in liquidazione.I rappresentanti del Liquidatore hanno preannunciato alle Organizzazioni Sindacali l’intenzione di aprire rapidamente la procedura di mobilita’ nei confronti dei lavoratori interessati.

    Le Segreterie Nazionali SLC FISTEL e UILCOM, ”rimarcando negativamente l’assenza di precedenti relazioni sindacali con Dahlia TV, piu’ volte sollecitate, hanno chiesto di esplorare tutte le opzioni possibili che salvaguardino l’occupazione diretta e dell’indotto e l’apertura del mercato digitale televisivo, aggiungendo che intendono richiedere anche ad altri interlocutori coinvolti nella vicenda (il Gruppo TI Media che affitta capacita’ trasmissiva a Dahlia TV) di farsi parte attiva nella ricerca di tali soluzioni”.

    Il settore televisivo, osservano le sigle sindacali, e’ gia’ colpito da notevoli difficolta’ occupazionali e dalla riorganizzazione legata al passaggio al digitale terrestre e non si puo’ accettare di perdere neanche un posto di lavoro.

    Il nodo della vicenda, sottolineano, e’ peraltro quello della regolazione del mercato televisivo e dunque e’ necessaria l’attivazione dei livelli istituzionali competenti in materia, tant’e’ che le organizzazioni Sindacali hanno immediatamente sollecitato il Ministro Romani ad intervenire, richiedendogli un incontro urgente. Va assolutamente evitato che carenze regolatorie consentano di fatto la chiusura del nuovo mercato del digitale televisivo, producendo, oltre all’impatto sui livelli occupazionali, anche l’effetto di scoraggiare gli investitori stranieri ad essere presenti nel nostro Paese. Le parti si sono aggiornate alla sera del 19 gennaio per valutare gli sviluppi che potranno determinarsi a seguito degli interventi sopra citati”.

  3. La redazione di Filmmaster, che cura i programmi sportivi di Dahlia Tv, ha proclamato lo stato di agitazione.

    Una nota ha spiegato che “A seguito delle notizie riportate da alcuni organi di stampa, che citando fonti interne a Dahlia Tv, si apprende che ‘si trasmetterà sicuramente fino a metà febbraio e con grande sforzo, perché il personale della televisione non riceverà lo stipendio’. La redazione di Filmmaster, non avendo ricevuto ad oggi nessuna risposta, nonostante le sollecitazioni della rappresentanza sindacale, proclama da subito lo stato di agitazione riservandosi già dalle prossime ore ulteriori e significative azioni di protesta”.

    “Queste misure – hanno sottolineato dalla redazione – saranno scongiurate solo se i manager di Dahlia Tv avranno il buonsenso di fugare ogni dubbio al corpo redazionale della Pay-tv”.

  4. CALCIO, DIRITTI TV; SEMERARO: LEGA SALVAGUARDERA’ ABBONATI DAHLIA

    Il presidente del Lecce, Pierandrea Semeraro, ha anticipato le due scelte valutate in assemblea dai dirigenti delle società di serie A che hanno discusso del fallimento dell’emittente Dahlia Tv, che possiede i diritti tv per il digitale terrestre di otto club del campionato. “Restare creditori” di Dahlia Tv “o diventare in qualche modo produttori. Si troverà una soluzione entro il 31 gennaio, nel frattempo abbiamo dato mandato al nostro advisor Infront di valutare l’operazione di liquidazione insieme a Telecom, che sosterrebbe la banda per la trasmissione sul digitale”, ha anticipato il presidente del Lecce (fra le squadre coperte da Dahlia), spiegando che fin qui l’emittente ha pagato “9 dei 30 milioni di euro previsti dal contratto: dobbiamo decidere se restare creditori e rischiare di perdere dei soldi, o diventare in qualche modo produttori televisivi”.
    “Credo che ci sia da parte di tutti la volontà di salvaguardare i circa 290 mila abbonati a Dahlia”, ha sottolineato Semeraro.

  5. Dahlia Tv. Lega Calcio: “Valuteremo col liquidatore problematiche e opportunità, c’è la possibilità di produrre le gare”

    Alla fine bisognerà contentarsi di aver diminuito la forbice tra ‘ricchi e poveri’ e guardare al senso generale della legge, senza continuare a spaccare il capello in quattro. È questa la soluzione ‘di buon senso’ che il presidente della Lega di serie A Maurizio Beretta ha ventilato al termine dell’assemblea straordinaria di oggi, la quinta solo per stare all’ultima stagione, dedicata ai ‘bacini d’utenza’. Se un calcolatore tascabile e la classifica si sono infatti rivelati strumenti semplici e pacifici per dividere, secondo i dettami della legge Melandri, il 70% dei proventi dei diritti televisivi venduti collettivamente, (40% in parti uguali, 30% secondo i risultati sportivi), le venti società della Lega di A si trovano da mesi impantanate in una discussione estenuante su come contare i sostenitori di ciascuna squadra, un criterio che distribuisce un pò più di 200 milioni. Intanto comunque un passo avanti ‘pragmaticò è stato fatto. “È stato realizzato e approvato un ‘modellino’ che consente le fatturazioni di marzo e aprile. Con quella di maggio si dovranno fare le eventuali compensazioni”.

    C’è quindi altro tempo per trovare un accordo, magari per convenire che lo spirito e gli scopi della legge sono stati comunque soddisfatti. “Il punto di caduta – sintetizza Beretta – sarà guardare al complesso delle risorse e a come sono state distribuite”. Insomma, per il presidente – che ha risposto con un laconico “oggi sono in Lega calcio e ci sono molte cose da portare a termine” a chi gli chiedeva ragione delle voci che lo vorrebbero in partenza per passare a Unicredit – “è stata una giornata di lavoro positiva”, anche se il patron del Parma Tommaso Ghirardi aveva appena definito la riunione odierna ‘una tragedia’.

    “La tragedia – ha ribattuto Beretta – è la situazione di Dahlia tv che non è certo positiva per il sistema e per la quale occorre tutelare i crediti e gli interessi della Lega, ma anche garantire la trasmissione delle partite”. Beretta non ha voluto confermare la soluzione Telecom anticipata ai giornalisti dal presidente del Lecce, Semeraro. “Non siamo a questo livello di discussione – ha precisato – penso che nelle prossime ore continueranno i colloqui col commissario liquidatore poi valuteremo problematiche e opportunità, anche la possibilità di produrre direttamente le gare”. C’è comunque urgenza perchè il commissario liquidatore di Dahlia ha fatto sapere che dovrà chiudere il segnale il prossimo 31 gennaio. “Sarebbe un gran brutto segnale – ha commentato Beretta – anche perchè i tempi sono troppo stretti”. La Lega di A ha comunque tenuto aperta l’assemblea di oggi per poter riconvocare le società a prendere delle decisioni con tempi brevi. Intanto, il ‘bucò economico nelle entrate delle venti società (e non solo delle otto trasmesse da Dahlia sul digitale terrestre e cioè Cagliari, Catania, Cesena, Chievo, Lecce, Parma, Sampdoria e Udinese) è di una ventina di milioni. Ne hanno incassati 8,5 sui 29 dovuti. A rimetterci di più è il Cagliari del quale l’emittente in liquidazione è anche sponsor di maglia. “Mi sento preso in giro – ha detto il presidente Cellino – non pagano da sei mesi”.

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