Chili TV, la piattaforma italiana on demand e streaming, parte con la vendita di tutti i prodotti di cinema: Dvd, merchandising e biglietti dei film al cinema.
Intervistato dal quotidiano ItaliaOggi, Giorgio Tacchia, fondatore di Chili TV, annuncia la nuova strategia del servizio di streaming on demand di film e serie tv. Quello che si è visto finora non era il Chili definitivo, cinque major sono entrate nel capitale con un progetto più ampio rispetto al passato: un «entertainment centred marketplace, una piattaforma con al centro il film e intorno non solo il titolo in streaming, ma news, interviste, dvd, merchandising e anche un servizio di biglietterie per i cinema». In effetti quando Viacom, Warner Bros e Paramount Pictures hanno investito in Chili, seguite successivamente da Sony Pictures e 20th Century Fox, ci si è chiesti cosa avesse attratto questi nomi sul servizio italiano.
«È che quando hanno visto il prototipo, tre anni fa – continua Tacchia – hanno subito detto: ci crediamo, è “breakthrough” e non esiste ancora. Il principale competitor degli studios è la pirateria e nel momento in cui hanno trovato una società che in maniera legale offre esperienze a 360 gradi sui loro personaggi, mettendo insieme fisico e digitale, ovvero il core della loro strategia, ci hanno investito».
Da una parte Chili si differenzia da sempre da Netfiix perché non è un servizio in abbonamento ma di affitto o acquisto di singoli titoli (transactional video on demand, contrapposto a subscription vod) e quindi è in grado di avere in catalogo i film nella prima finestra dopo i cinema. Dall’altra adesso non vuole fare l’ecommerce tradizionale e competere con Amazon:
«Quando compri un vestito per tua figlia, legato a uno dei personaggi che più ama, stai facendo un regalo a una principessa, tutto deve dare valore, non ti interessa che arrivi un pacco marrone. Venderemo prodotti per collezionisti, gadget autografati o comunque all’altezza dei personaggi che rappresentano. Tutto deve essere emozionale».
Per fare ciò Chili ha stretto accordi con operatori logistici e con le aziende che hanno acquisito le licenze per il merchandising, mentre al suo interno ha costituito una piccola unit dedicata all’ecommerce. I 60 ingegneri sui 110 dipendenti che lavorano in Italia hanno poi pensato a rinnovare la piattaforma dal punto di vista grafico e funzionale.
Nessun timore sul fatto che Disney, importante player su titoli e merchandising, possa ritirare anche da servizi come Chili il suo catalogo in vista del lancio della propria piattaforma in streaming. Lo stop, infatti, dovrebbe riguardare soltanto i servizi in abbonamento come Netfiix o Amazon Prime. Per altro Disney con l’acquisizione di Fox è ormai azionista indiretto dell’azienda guidata da Tacchia.
L’a.d. non dà cifre sull’investimento ulteriore che la nuova Chili ha richiesto, perché «tutto era nel piano», mentre il break even dovrebbe arrivare nel 2020 a meno che non si richieda uno spostamento per far crescere in qualche direzione la piattaforma. Intanto lo scorso anno il fatturato ha raggiunto i 28,5 milioni di euro, con 2,5 milioni di clienti (oltre che in Italia è presente in Uk, Austria e Polonia), che potranno crescere ulteriormente grazie al bacino della Germania dove Chili sarà lanciato fra una decina di giorni.
Fonte: ItaliaOggi