Il governo assicura che il canone Rai inserito nella bolletta elettrica garantirà un canone più basso e una riduzione dell’evasione. Ma non sarà così.
Con l’ultima approvazione della Legge di Stabilità 2016 il canone Rai inserito nella bolletta elettrica è un diventato una realtà. Il governo ha annunciato che la rivoluzione della tassa più odiata dagli italiani assicurerà un canone più basso, un nuovo metodo di pagamento che garantirà una drastica riduzione dell’evasione (secondo Mediobanca salito al 30,5%).
Secondo l’associazione di consumatori Aduc, però, non tutto ciò che brilla (o che tenta di far brillare l’esecutivo Renzi) è oro. L’Aduc infatti spiega che anche se l’imposta sul possesso dell’apparecchio tv si abbasserà da 113,50 euro a 100 euro l’anno, il suo nuovo pagamento in bolletta non è stato realmente esteso a tutti, e le riforme non hanno previsto cambiamenti per il famigerato e super evaso canone speciale.
Il canone Rai ordinario (quello per le famiglie italiane) verrà addebitato in fattura solo se l’intestatario della bolletta ha residenza anagrafica nel luogo in cui viene fornita la luce. Esemplificando, se ho residenza in un immobile e sono intestatario di un contratto di fornitura elettrica per quell’immobile, il canone mi verrà addebitato in bolletta. Solo in questo caso il canone verrà effettivamente addebitato in bolletta. Tutti coloro i quali non ricadono in questa condizione dovranno continuare a pagare come prima, tramite bollettino: ad esempio, per conviventi more uxorio o semplici coinquilini, e in tutti i casi in cui soggetti non appartenenti allo stesso nucleo familiare coabitano, ci sarà un’unica bolletta dell’energia elettrica. Nonostante ciò il canone sarà separatamente dovuto da tutti i soggetti che utilizzano (detengono) la tv.
Per le nuove utenze, la compagnia che eroga la fornitura di corrente elettrica dovrà – al momento della stipula del contratto – raccogliere la dichiarazione del cliente in ordine alla residenza anagrafica nel luogo di fornitura, e il cliente sarà tenuto a comunicare ogni successiva variazione.
Per i cittadini residenti e con utenza elettrica già attiva, la legge prevede una presunzione di detenzione di una tv. Se non si possiede un apparecchio televisivo, la persona – che è residente in quell’immobile e al contempo intestataria di una contratto di fornitura di energia elettrica – dovrà presentare all’Agenzia delle entrate (Direzione provinciale I di Torino – Ufficio territoriale di Torino I – Sportello S.A.T.) una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà che avrà validità annuale. Le modalità con cui rendere tale dichiarazione saranno stabilite successivamente da un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate. La Legge di Stabilità non ha specificato entro quando tale dichiarazione deve essere resa, immaginiamo che anche la tempistica sara’ oggetto del provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate.
Per chi è residente in un immobile e ha intestata la bolletta della luce, il canone Rai 2016 verrà inserito nella prima fattura successiva al 1º luglio 2016, dove verranno cumulativamente addebitate tutte le rate scadute da gennaio (cioè le prime sei, per un importo di 60 euro). Le ulteriori quattro verranno addebitate nelle bollette della luce delle mensilità successive. Per questi soggetti l’importo è rateizzato in bolletta, in dieci rate. L’addebito bancario (RID) già autorizzato per la luce si intende autorizzato anche per il canone.
Perciò le rate non sono dieci, ma al più cinque e dal 2017. Perchè dividere per dieci rate un importo che viene riscosso con bollette bimestrali, in realtà vuol dire dividere in cinque rate, che però “suona” peggio, meno magnanimo. Nel 2016 poi le rate non saranno nemmeno cinque, ma tre, cioè la prima di 60 euro nella prima bolletta fattura successiva al 1º luglio 2016 e le altre due di 20 euro ciascuna nelle due bollette successive.
Per tutti gli altri soggetti tenuti al pagamento del canone Rai la Legge di Stabilità non specifica nulla, né abroga la normativa precedente. Ciò fa presumere, secondo Aduc, che chi non è al contempo intestatario di una utenza elettrica e residente nel luogo in cui l’energia viene erogata, dovrà pagare il canone, come sempre, entro il 31 gennaio 2016. La questione non è stata esplicitamente affrontata nella Legge di Stabilità e merita un chiarimento urgente, visto l’approssimarsi della scadenza.
La riforma del canone Rai elimina il vecchio suggellamento della tv. A decorrere dalla data di entrata in vigore della Legge di Stabilità non sarà più esercitabile la facoltà di presentare la denunzia di cessazione dell’abbonamento radiotelevisivo per suggellamento. Si tratta di una disposizione che, spiega l’Aduc, benchè in vigore, non veniva applicata già da molti anni. Le tv non venivano pià chiuse in un sacco di iuta e sigillate (in questo consisteva il suggellamento) ma ci si limitava ad inviare una dichiarazione, alla quale potevano seguire eventuali controlli. Dunque, essendo stata eliminata la possibilità di richiedere il suggellamento, non sarà più possibile avere una tv vecchia chiusa in soffitta e non usata, ma occorrerà disfarsene fisicamente.
Secondo l’associazione di consumatori la riforma potrà combattere l’evasione del canone ordinario (quello dovuto per la detenzione di tv ad uso privato) solo in minima parte perchè andrà a colpire solo quel genere di cittadino evasore che ha residenza e utenza intestata. Secondo Aduc l’evasione totale di questi canoni è stimata fra il 25 e il 30%: le famiglie italiane sono 23 milioni, e siccome in Rai e ai ministeri partono dal presupposto che ogni famiglia abbia un apparecchio tv, essendo i contribuenti paganti “solo” 17 milioni, gli evasori presunti sarebbero 6 milioni di famiglie.
La presunta rivoluzione dell’abbonamento Rai non si è occupata minimamente dell’evasione del canone speciale (quello dovuto da chi detiene una tv a fini di lucro “diretto o indiretto”, come esercizi commerciali, uffici pubblici, scuole, banche, ospedali, poste, istituti religiosi, sedi di partiti politici, associazioni, ecc), che rimane esattamente come negli anni precedenti. Secondo uno studio della Corte dei Conti che ha registrato 330.000 paganti (273.000 tv + 57.000 radio) su 1 milione di esercizi del mercato potenziale, con un ricavo annuo di circa 74 milioni di euro nel 2013, si calcola che il mancato intrioto si posiziona intorno alla somma di 170 milioni di euro annui. Il volume del ricavo potenziale si attesterebbe, quindi, in circa 230 milioni di euro.
La valutazione dell’Azienda, al riguardo, è che l’evasione dal pagamento dei canoni speciali sia valutabile nella misura del 65-70% dei citati 1.000.000 “esercizi”, corrispondente circa a 100 milioni di euro all’anno. La situazione del canone speciale aggiornata al 31 dicembre 2013, viene esposta nella tabella seguente. La Corte dei Conti riporta i dati forniti dalla Rai: la stima prudenziale è di una evasione fra il 65% e il 70% dei soggetti tenuti al pagamento.
Solo 20 uffici postali in tutta Italia pagano il canone Rai su oltre 13.000 uffici complessivi.