Canone Rai, i dubbi di Bruxelles su Viale Mazzini

Il 19 marzo il Parlamento europeo ha fissato a Bruxelles un’audizione con il presidente della Commissione di Vigilanza della Rai, Roberto Fico. Il grillino dovrà rispondere alle domande degli eurodeputati della Commissione Petizioni, chiamati in causa dalla oramai famosa petizione europea per l’abolizione del canone Rai, avviata dalla leghista Mara Bizzotto, dal Comitato per la libera informazione radio televisiva (Clirt) di Marostica (Vicenza), che ha raccolto 14 mila firme.

C’è da dire che nell’ottobre scorso la Commissione europea si è già dichiarata non competente a riguardo dell’iniziativa leghista contro la tassa di possesso di un apparecchio  televisivo, avviata nel dicembre 2012, che chiede l’abolizione dell’imposta e l’apertura di una procedura d’infrazione comunitaria contro l’Italia per violazione della libera concorrenza.

Comunque l’Europa, per correttezza e su richiesta degli eurodeputati di Forza Italia e NCD, richiede ulteriori chiarimenti. Il primo quesito riguarda la facoltà che il cittadino italiano ha di non pagare il canone facendosi sigillare il televisore per non ricevere i canali Rai. Così facendo però  (è il dubbio della Commissione Petizioni) quel cittadino con l’apparecchio sigillato non potrà più vedere altri canali televisivi, e ciò potrebbe violare l’articolo 10 della Convenzione europea sui Diritti dell’uomo.

Altro punto critico riguarda la fruibilità dei programmi Rai da parte di disabili, visivi e auditivi. Secondo quanto riporta La Repubblica, Bruxelles dice che la Rai offrirebbe all’utenza portatrice di handicap un numero ridotto di programmi, con una possibile conseguente violazione della Carta dei Diritti fondamentali dell’Ue.

Un altro dubbio è relativo al comportamento della azienda di Viale Mazzini durante i governi Berlusconi, quando la Rai era in “guerra” con Sky. Nel 2009 la tv di Stato non rinnovò il contratto (da 350 milioni di euro per 7 anni) per continuare a trasmettere sulla piattaforma satellitare di Rupert Murdoch i canali di Rai Sat, che vennero oscurati (criptati) e trasferiti sul satellite della neonata piattaforma Tivù Sat. Per seguire programmi di pregio come film, fiction o partite importanti, gli utenti erano costretti a dotarsi di un altro decoder (quello appunto di Tivù Sat) che consentiva la libera fruizione delle trasmissioni Rai criptate per il decoder Sky. Ora la Commissione europea vuole vederci chiaro, tenuto conto che questo strano meccanismo è già stato oggetto di una sentenza di condanna del Consiglio di Stato nel settembre 2013.

Un’altra contestazione chiama in causa i bilanci della Rai, non sempre trasparenti. Questa difficoltà di consultazione di tutte le voci del conto profitti e perdite della Rai potrebbe configurare una violazione della direttiva europea sui consumatori. La Commissione chiederà quindi a Fico se il canone è legittimo oppure se è un aiuto improprio che lo Stato italiano riconosce all’azienda Rai. La presidente della Commissione Petizioni , Erminia Mazzoni, ha chiesto a Fico di presentarsi con un «resoconto degli esiti delle attività di controllo» da lui fatti «in merito ai fatti contestati». Il tema interessa anche la senatrice democratica Laura Puppato (componente della Commissione di Vigilanza Rai) che annuncia una interrogazione per sapere «se non sia il caso di avere al Senato e alla Camera delle anticipazioni rispetto agli importanti quesiti sollevati a Bruxelles. Quesiti che vanno ben oltre la semplice richiesta di abolizione del canone contenuta nella petizione».

Fonte: La Repubblica

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Redazione
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