Stefano Azzi, CEO di DAZN Italia, intervistato oggi dal Corriere della Sera, afferma che l’OTT inglese è l’unico titolare dei diritti TV della Serie A, focalizzato ora sulla rinegoziazione del contratto con TIM. Successivamente Sky può divenire un partner come qualunque operatore TV.
«DAZN resta l’unico titolare di tutti i diritti sulla Serie A. Noi siamo concentrati sulla negoziazione con TIM con cui abbiamo una partnership di lunga durata e siamo in ottimi rapporti con l’attuale management. Siccome, però, TIM ci ha chiesto di rivedere l’accordo di esclusiva, stiamo cercando di trovare un equilibrio che vada bene a noi e a loro». Comincia così l’intervista a Stefano Azzi, CEO di DAZN Italia, sul Corriere della Sera di oggi.
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«Noi vogliamo crescere e portare la Serie A al maggior numero possibile di spettatori, quindi siamo disponibili ad altre partnership. Ma ora siamo concentrati sui negoziati con TIM, che è il nostro primo partner, e che vuole rivedere vari punti del contratto», afferma Azzi. «La prima cosa è trovare un nuovo equilibrio con TIM, poi se funziona per entrambi, possiamo andare da chiunque: Sky, produttori di Smart TV, chiavette… Sky per DAZN è già un partner in vari Paesi, anche in Italia», (con l’offerta Sky Business per hotel, ristoranti e bar).
Dopo il flop della passata stagione, il CEO di DAZN non si ritiene preoccupato dell’esordio del campionato di Serie A il 13 agosto prossimo: «abbiamo rinforzato il rapporto con le società di telecomunicazioni per potenziare le reti in termini di capacità complessiva, in un tavolo tenuto presso Agcom. L’intero sistema è consapevole dell’importanza della partenza del campionato», dice Azzi.
«Abbiamo triplicato l’investimento sulla capacità di rete, abbiamo rinforzato le infrastrutture, le CDN, per essere più presenti sul territorio italiano, per aumentare la qualità dello streaming. Abbiamo anche rilasciato un nuovo player video che stabilizza l’immagine, pensato per le Smart TV. Siamo cresciuti ma dobbiamo mantenere alta la guardia, noi e tutti gli attori coinvolti». «Dopo investimenti continui non abbassiamo la guardia proprio adesso. Sono molto ottimista sulla partenza del campionato: l’adrenalina c’è, la concentrazione anche. E gli ottimi giocatori pure. Ma non mi sento sotto esame, né io né l’azienda: ogni discontinuità tecnologica ha bisogno di periodi di adattamento».
Per quanto riguarda l’assistenza clienti (quasi inesistente lo scorso anno), sotto le pressioni dell’Agcom, DAZN ha «cambiato, con un servizio clienti a doppia modalità, telefonica o via whatsapp. Siamo già partiti il 12 luglio».
Sulla polemica dell’aumento dei prezzi dell’abbonamento DAZN, il dirigente taglia corto: «Non abbiamo aumentato i prezzi. Il prezzo di 29,99 euro al mese era già il prezzo di listino ordinario dell’ abbonamento al servizio. Al momento dell’adesione a DAZN tutti sapevano che la promozione di 19.99 euro al mese sarebbe durata un anno per poi passare a 29.99 euro. Abbiamo mantenuto i prezzi invariati, lo abbiamo comunicato con circa due mesi d’anticipo. Per seguire il campionato inglese si pagano circa 75 euro. Siamo sotto la media europea».
Infine il CEO ha risposto in merito alla svolta sulla doppia visione in contemporanea, che, secondo DAZN, ha causato il fenomeno della concurrency, e una riduzione importante di abbonati e di ricavi. La doppia utenza «impatta sull’industria dello streaming. Su alcuni siti e social network si favorisce la condivisione degli abbonamenti. Al di là dei rischi di dare la propria password (voi lo scambiereste il pin del bancomat?), la visione in contemporanea toglie valore agli investimenti e penalizza lo sport. Per chi vuole vedere la partita in simultanea in due luoghi diversi c’è una opzione dedicata», afferma Azzi. Cioè il nuovo abbonamento più caro DAZN PLUS dal costo di 39,99 euro al mese.
Fonte: Il Corriere della Sera