Sky Italia è stata sanzionata ieri dall’Antitrust con una multa da 7 milioni di euro per pubblicità ingannevole sulle modifiche dei pacchetti Calcio. La pay-tv replica: «accuse infondate, noi sempre trasparenti, faremo ricorso».
«Il tuo calcio, tutto da vivere» prometteva Sky Italia negli spot di questa estate. Non era proprio tutto però, perché tre partite a settimana di Serie A e tutta la Serie B, in base alle gare per i diritti tv eseguite dalla Lega Calcio e da Infront, sono assegnate a DAZN. Gli abbonati secondo l’Authority non erano adeguatamente informati.
L’Agcm ha così avviato in ottobre due istruttorie a carico di Sky e DAZN e ha stabilito una doppia multa nei confronti della pay-tv satellitare, ritenuta colpevole di pubblicità ingannevole e pratica aggressiva, per un totale di 7 milioni di euro. Esultano le associazioni dei consumatori, che avevano presentato l’esposto e che ora chiedono alla società di rimborsare gli abbonati.
Tutto parte con lo spezzatino nato dall’intricato dibattito sull’assegnazione dei diritti tv della Serie A per il triennio 2018-2021: 7 partite a settimana a Sky e 3 alla società Perform, che trasmette su DAZN, a cui in seguito è andata anche la Serie B. Una conclusione che, però, stando ai reclami arrivati all’Antitrust da quattro associazioni dei consumatori (Altroconsumo, Codacons, Codici e Udicon), in questa stagione d’esordio 2018-2019 non era chiaramente esplicitata in fase di presentazione delle offerte da parte di Sky sia ai potenziali nuovi clienti che a quelli vecchi, che si sarebbero trovati, senza preavviso, con un abbonamento ridimensionato rispetto all’anno precedente e senza la certezza, tra l’altro, di poter vedere la propria squadra del cuore ogni settimana.
L’Antitrust ha rilevato due condotte da sanzionare nei confronti di Sky Italia. La prima riguarda appunto la presentazione dell’offerta nella quale non erano evidenziati «tutti i principali elementi informativi», generando così nei consumatori la convinzione di poter vedere tutte le partite. La seconda è relativa ai vecchi abbonati che hanno dovuto scegliere tra il mantenere l’abbonamento ridotto allo stesso prezzo o recedere pagando spese e penali. Si tratta quindi di comportamenti classificabili come “pubblicità ingannevole” e “pratica aggressiva”, il primo sanzionato con una multa da 3 milioni e il secondo da 4 milioni.
Sky Italia si è immediatamente difesa ritenendo «infondata sotto molteplici profili» la decisione dell’Antitrust e, ha annunciato che, «si appresta a ricorrere nelle sedi competenti per far valere le proprie ragioni». Sky rivendica «massima trasparenza» e sottolinea di non aver «ribaltato sulla propria clientela i maggiori costi sostenuti per l’acquisizione dei diritti del campionato di Serie A, arricchendo inoltre lo stesso pacchetto Sky Calcio con l’inclusione di altri rilevanti eventi calcistici (Champions League). Abbiamo sempre messo il cliente al centro delle nostre priorità, lo dimostreremo». La battaglia sulla multa è appena iniziata.
Fonte: Il Messaggero