Comunicato Stampa Agcom (15/07/2010):
Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni presieduto da Corrado Calabrò ha formalizzato oggi la decisione assunta nella riunione dell’8 luglio sul piano di numerazione automatica dei canali (LCN) della televisione digitale terrestre.
Il piano, che ha valenza su tutto il territorio nazionale, e comporta l’individuazione di un range di numerazione per categoria di programmi (canali generalisti nazionali, canali locali, canali a diffusione nazionale suddivisi per generi di programmazione) ha assegnato:
- ai canali generalisti nazionali: i numeri da 1 a 9 e a partire dal numero 20 del primo arco di numerazione;
- alle emittenti locali: i numeri da 10 a 19 e da 71 alla fine del primo arco di numerazione;
- alle emittenti locali sono stati inoltre assegnati: i medesimi blocchi attribuiti con riferimento al primo arco di numerazione anche per il secondo e terzo arco di numerazione, nonché tutto il settimo arco di numerazione (700-800);
- ai canali digitali terrestri a diffusione nazionale in chiaro sono attribuiti i numeri fino a 70 del primo arco di numerazione, suddivisi nei seguenti generi di programmazione: semigeneralisti, bambini e ragazzi, informazione, cultura, sport, musica, televendite;
- ai servizi di media audiovisivi a pagamento sono riservati il quarto e quinto arco di numerazione.
Nel definire il piano di numerazione automatica, l’Agcom si è attenuta doverosamente ai criteri stabiliti dalla legge (“Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici”, Dlgs 44/2010) che prevedono:
a) garanzia della semplicità d’uso del sistema di ordinamento automatico dei canali;
b) rispetto delle abitudini e preferenze degli utenti, con particolare riferimento ai canali generalisti nazionali e alle emittenti locali;
c) suddivisione delle numerazioni dei canali a diffusione nazionale sulla base del criterio della programmazione prevalente, in relazione ai seguenti generi di programmazione: semigeneralisti, bambini e ragazzi, informazione, cultura, sport, musica, televendite;
d) individuazione di numerazioni specifiche per i servizi di media audiovisivi a pagamento.La soluzione adottata in materia di LCN è il frutto della consultazione pubblica indetta dall’Autorità lo scorso aprile.
Al fine di verificare attitudini e preferenze del pubblico è stato inoltre effettuato un sondaggio condotto da una società specializzata, che ha evidenziato, nella sintonizzazione dei canali del sistema digitale, la prevalenza nelle prime posizioni del telecomando (numeri da 1 a 9) delle emittenti televisive nazionali ex analogiche. Ciò conferma la correttezza dell’ipotesi posta in consultazione, in merito alla quale si sono dichiarate favorevoli le principali associazioni delle emittenti. Dal sondaggio è emerso che oltre il 70% degli utenti ha un decoder o un televisore integrato e che una percentuale significativa (57%) ha ordinato i programmi secondo le proprie preferenze. L’Autorità ha quindi voluto innanzitutto ribadire la libertà per l’utente di riorganizzare la lista canali secondo le preferenze individuali.Inoltre ha stabilito che le posizioni 0, 100, 200, 300, 400, 500, 600, 700, 800, 900 sono riservate ai servizi di interesse generale come le guide ai programmi, i canali mosaico e tutti gli aiuti alla navigazione e alla libera scelta dei programmi. In quest’ottica, l’Agcom ha confermato l’introduzione, per i decoder digitali terrestri, di una modalità di navigazione aggiuntiva rispetto all’ordinamento automatico, che consentirà di visualizzare la lista di tutti i canali disponibili.
Roma, 15 luglio 2010
L’approvazione del piano LCN, come si prevedeva, ha causato diversi malumori negli ambienti politici, delle tv locali, e della stessa Agcom, al punto che anche all’interno del Consiglio dell’Autorità un commissario, Enzo Savarese, ha votato contro e un altro, Gianluigi Magri, si è astenuto dalla votazione.
Dai politici della Sardegna invece arrivano le più vibranti proteste: «Un sopruso intollerabile – ha dichiarato il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci – è stato un grave segno di arroganza, compiuto in spregio alla legge e alle richieste delle Regioni italiane. Valuteremo le iniziative per difendere la libera emittenza locale, che porta nelle nostre case l’informazione regionale, la cultura e le tradizioni della nostra Isola». Il governatore sardo, indagato dalla magistratura per l’eolico, si schiera da mesi con tutto il suo partito a difesa della rete locale sarda Videolina, di proprietà dell’imprenditore Zuncheddu, editore di svariati organi di informazione vicini al PDL, e minaccia ricorsi al TAR. Ma anche dall’altra fazione politica dell’isola arrivano i giudizi negativi: «Uno schiaffo alla Sardegna, – afferma Valentina Sanna (presidente del PD Sardegna) – un grave segno di arroganza, che non ha tenuto in alcun conto le richieste dei sardi. La Regione e il governo devono difendere l’emittenza locale, che garantisce una libera informazione». E qui certo non si capisce (anzi si capisce benissimo) a chi si stia riferendo l’esponente del Partito Democratico…
Dopotutto l’Autorità di Garanzia per le comunicazioni lo aveva annunciato: il piano LCN avrebbe scontentato molti. E il piano nazionale di assegnazione delle frequenze (PNAF) avrà lo stesso effeto, forse anche maggiore. Comunque c’è anche chi si ritiene soddisfatto dall’ordinamento dei numeri del digitale terrestre: per l’associazione di tv locali Aeranti-Corallo e la Federazione Radio Televisioni riservare i numeri da 10 a 19 alle emittenti regionali è un fatto estremamente positivo e consente alle stesse di disporre di 10 numeri consecutivi sul telecomando sui quali possono trovare collocazione quasi 400 tv locali sul territorio nazionale. Inoltre, l’assegnazione dei numeri 10-19 evita discriminazioni tra le diverse tv locali (favorendo così il pluralismo e la concorrenza nel settore) poiché in tal modo viene prevista una numerazione a due cifre per ogni emittente.
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