Report Akamai: Italia ancora penultima in Europa per connessioni Internet

Per l’ennesima volta sono costretto a scrivere che l’Italia non è un paese per Internet. A confermarlo ancora una volta è il Rapporto di Akamai TechnologiesState of the internet” relativo al terzo trimestre del 2012 che registra il solito affanno del Bel Paese in fatto di banda larga nei confronti dell’Europa e del resto del Mondo: l’adozione della tecnologia, rispetto al 2011 è addirittura scesa del 4% e quasi del 9% rispetto al trimestre precedente, arrivando a stabilizzarsi al 25% (contro una media globale di adozione broadband pari al 41%).

Le connessioni broadband (superiori ai 4 Mbps) continuano ad andare per la maggiore. Paesi Bassi e Svizzera dominano la classifica europea con la più alta percentuale di adozioni di banda larga (oltre 80%). Entrambe distaccano di parecchio Belgio, Danimarca e Repubblica Ceca, con il 68% delle connessioni. Rispetto allo scorso anno, da notare i progressi della Francia, che ha registrato una strabiliante crescita del 70% (arrivando ad avere il 47% di connessioni broadband).

Con un aumento di 17 punti percentuale rispetto al trimestre precedente, i Paesi Bassi raggiungono la Svizzera in quanto a nazione europea che ha fatto registrare la più alta percentuale di adozione anche in fatto di high broadband: entrambi i Paesi contano il 22% delle connessioni alla piattaforma Akamai superiori ai 10 Mbps, una percentuale molto più alta rispetto al livello di adozione globale dell’11%. Un’analisi anno su anno rivela che l’high broadband si sta diffondendo sempre di più in Europa: se i Paesi Bassi hanno avuto la percentuale di crescita più bassa (+1%), il Regno Unito vanta invece la più alta (+145%). Molti Paesi hanno poi registrato un aumento percentuale a due cifre: Danimarca (+64%), Svezia (+61%); Finlandia (+73%); Belgio (+57); Germania (+42%); Spagna (+111%) e Francia (+79%).

L’Italia si conferma al penultimo posto in Europa (davanti alla sola Turchia) per numero di connessioni sia broadband (pari o superiori a 4 Mbps) sia high broadband, anche se in quest’ultimo segmento la penetrazione è leggermente aumentata, con il 2,7% degli italiani che utilizza connessioni al di sopra dei 10 Mbps, in crescita del 7,5% rispetto allo stesso periodo lo scorso anno. E’ invece aumentata dello 0.8% la high broadband: ad oggi il 2,7% degli italiani utilizza connessioni al di sopra dei 10 Mbps, una crescita del 7,5% rispetto allo stesso periodo lo scorso anno.
Il nostro paese, come al solito, non brilla neanche in fatto di velocità media di connessione, che nel terzo trimestre 2012 si attesta sui 3.9 Mbps (più lenta del 2.6% rispetto al trimestre precedente e del 2,2% rispetto allo stesso periodo lo scorso anno) con un picco di velocità pari a 19,2 Mbps, maggiore del 19% rispetto allo scorso anno.

Nell’ambito delle connessioni mobili, le velocità di connessione massime offerte dagli operatori italiani vanno dai 13,4 Mbps ai 16,4 Mbps, con un divario di circa 1,2 Mbps tra il provider che offre la velocità di connessione mobile media maggiore (3,1 Mbps) e quello che offre la velocità media minore (1,9 Mbps). Le connessioni più veloci si registrano per gli utenti russi e spagnoli. La velocità media di connessione maggiore misurata nel terzo trimestre 2012 è stata di 7,8 Mbps, offerta da un provider russo che ha raggiunto anche il picco medio di velocità di connessione (39,42 Mbps), seguito da un provider spagnolo a 33 Mbps.

Gli indirizzi IPv4 unici che, nel terzo trimestre 2012, si sono connessi alla Akamai Intelligent Platform, sono più di 680 milioni e provengono da 243 Paesi: circa l’11% in più rispetto allo stesso periodo l’anno precedente. Poichè, in molti casi, un singolo indirizzo IP rappresenta più individui, Akamai stima che il numero totale di utenti web unici connessi alla sua piattaforma durante il trimestre sia ben superiore al miliardo. Tra i paesi con il maggior numero di indirizzi IPv4 connessi alla Intelligent Platform spicca l’Italia, che si piazza in nona posizione nella top ten globale grazie a un’impressionate crescita anno su anno (+27%), seguita dal Regno Unito (in quinta posizione) con una crescita del 18%.

Gli indirizzi IPv4 disponibili sono ormai prossimi all’esaurimento. I dati pubblicati dai RIR (Regional Internet Registers) hanno rivelato che il consumo da parte del RIPE NCC (RIPE Network Coordination Centre) si è stabilizzato a metà settembre, quando il Registro ha raggiunto il suo ultimo blocco di indirizzi IPv4. Il RIPE NCC ha anche annunciato che, in futuro, l’assegnazione di indirizzi IPv4 tenderà a diminuire sempre più, dichiarando che ‘è ormai fondamentale effettuare la migrazione all’IPv6 per garantire la continuità delle proprie attività online e la futura crescita di Internet’.

Traffico legato agli attacchi informatici: dopo l’Asia, l’Europa è la seconda fonte di attacchi. Attraverso i rilevamenti di un set distribuito di agenti attivi su internet, Akamai è in grado di monitorare il traffico legato agli attacchi informatici e individuare sia i Paesi origine del maggior numero di attacchi sia le porte loro obiettivo.

Anche nel terzo trimestre 2012, la Cina continua ad essere la principale fonte di attacchi, essendo responsabile di quasi un terzo del totale (33%), più del doppio rispetto al trimestre precedente. Gli USA permangono in seconda posizione, generando il 13% degli attacchi osservati. Esaminando la distribuzione geografica del traffico legato agli attacchi, nel terzo trimestre 2012, l’Europa è stata responsabile di quasi un quarto del totale. Il Paese europeo che ha generato più attacchi informatici è stata l’Italia (1,7%), in calo – seppur di poco – rispetto al trimestre precedente. La Porta 445 (Microsoft-DS) è sempre la porta più colpita (dal 30% degli attacchi), seguita dalla Porta 23 (Telnet), con il 7,6%.

Fonte: akamai.com/stateoftheinternet

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