Canone Rai sarà finanziato dalla Lotteria Italia

Dopo l’approvazione del maxi-sconto per Rai e Mediaset sui canoni di concessione delle frequenze da parte dell’Agcom, il governo accelera sul rinnovo dell’altro canone tv, quello più odiato dagli italiani (e più evaso). Canone Rai che, secondo La Repubblica, sarà finanziato (anche) attraverso la Lotteria Italia.

Mentre Viale Mazzini e il Biscione festeggiano l’ennesimo regalo dal parte del Garante per le comunicazioni (gli operatori di rete Rai Way ed Ei Towers dovranno sborsare solo 12,56 milioni di affitto annuo a testa rispetto ai 26 milioni per Rai e 20,3 milioni per Mediaset del 2013, e solo quando il provvedimento andrà a regime), circolano le prime (e fondatissime) indiscrezioni sulla riforma del canone Rai che il governo varerà con decreto questo novembre.

La vecchia imposta sul possesso di un apparecchio televisivo dovrebbe mutare in un’imposta di consumo correlandosi proprio ai consumi e alla capacità di spesa delle famiglie. Ma il governo sta ancora lavorando sul nuovo meccanismo. Probabilmente la tassa oscillerà tra 35 e 65 euro in base al reddito e ai consumi, e sparirà il tradizionale bollettino di pagamento. E, secondo fonti certe, arriverà in aiuto della Rai la Lotteria Italia, che finanzierà direttamente le casse della televisione pubblica, orfana dei famosi 150 milioni di euro della spending review.

Intanto scoppia la polemica sul nuovo regolamento dei canoni di concessione delle frequenze tv. La delibera approvata ieri dal Consiglio Agcom con 3 voti a favore (Martusciello, ex Publitalia e sottosegretario del governo Berlusconi, Preto ex assistente di Antonio Tajani e Renato Brunetta, e Posteraro) su 5 (astenuto il commissario Nicita, contrario il presidente Angelo Cardani), è stata criticata da più parti politiche.

Il commissario Agcom Nicita, intervistato da Key4biz, elenca le criticità della delibera: «Le ragioni per le quali ho sempre mantenuto una posizione critica sul merito, sia ieri che oggi, sull’impostazione del documento poi giunto in consultazione sono la metodologia economica di calcolo del valore d’uso, la mancata asimmetria di trattamento tra i due operatori verticalmente integrati, eredi della posizione dominante congiunta nel mondo analogico; la soluzione coerente del tema dell’invarianza di gettito richiamato dalla legge e infine l’applicazione di un meccanismo di progressività o glide path applicato indistintamente a tutti, equivocando il senso del principio di non discriminazione che va sempre sposato con il principio del pluralismo».

La decisione dell’Agcom è duramente attaccata da Vinicio Peluffo (Pd): «Si procede a maggioranza nonostante una lettera del governo ad agosto chiedesse di sospendere ogni determinazione». E Michele Anzaldi, lui pure del Pd e segretario della commissione di Vigilanza Rai: «Al danno per l’erario si aggiunge la beffa per le emittenti locali. Molte dovranno chiudere perché non pagheranno più un forfait, 17.776 euro fissi, ma molto di più».

 Fonte: La Repubblica | key4biz.it

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Redazione
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