L’unione fa la forza e Yahoo!, Microsoft e Aol si stringono in un accordo commerciale per vendere più inserzioni online. O meglio, unirsi serve a difendersi meglio dall’avanzata di Google e Facebook in campo pubblicitario.
Lo riporta in un articolo di stamane Marco A. Capisani per il quotidiano Italia Oggi, che racconta di una recente intesa tra i tre colossi del Web, dove ogni azienda potrà offrire i propri spazi pubblicitari rimasti invenduti agli investitori degli altri due partner. L’obiettivo alla base dell’accordo è duplice: da un parte si punta a sinergie che portino ad accrescere il numero di spazi dati alle aziende, dall’altro si scommette su un’offerta più ampia per spazi e visibilità che tiri al rialzo il prezzo degli spazi stessi. I tre operatori restano comunque uno indipendente dall’altro e l’accordo, aperto a ulteriori soci interessati ed effettivo dal prossimo gennaio, sarà valido per il solo mercato statunitense anche se l’intenzione è quella di estenderlo presto al Canada.
Più che una mossa d’attacco, l’accordo commerciale rappresenta comunque una strategia difensiva viste le previsioni sulla chiusura d’anno. Secondo le stime della società eMarketer, la quota di mercato di Yahoo! dovrebbe contrarsi dal 14,4% fi no al 13,1%, quella di Microsoft in modo più contenuto dal 5,1% al 4,9% e infi ne il segmento di Aol scenderebbe dal 4,8% al 4,2%. Di contro, sempre secondo eMarketer, a fine anno dovrebbe avvenire il sorpasso di Yahoo! da parte di Facebook, che conquisterebbe la prima posizione con una quota del 17,7% rispetto al 12,2% registrato al termine del 2010. Complessivamente, il mercato americano dei display sul web vale circa 12 miliardi di dollari, pari a oltre 8,8 miliardi di euro.
Discorso a parte per Google che non ha consolidato ancora la sua posizione sui banner e punta al 9,3% del mercato, corrispondente al terzo gradino del podio. Dal 2012, invece, la crescita del motore di ricerca di Mountain View gli permetterà di tallonare più da vicino Yahoo! fino a tentare di superarlo. Se su Yahoo! pesa però l’incognita di una possibile vendita (tra gli acquirenti in pole position c’è il gruppo internet cinese Alibaba) e la ricerca ancora senza esiti del nuovo ceo dopo l’uscita di Carol Bartz, sull’intero accordo commerciale tra i tre operatori online si allunga invece l’ombra di una possibile richiesta di verifica da parte di alcuni aziende inserzioniste presso l’Antitrust Usa, per confermare o meno che l’intesa non restringa la concorrenza del comparto. In proposito, Rik van der Kooi, corporate vicepresident di Microsoft advertising business group, ha già precisato che l’accordo «non condizionerà la competizione, la forma o la futura evoluzione del mercato. Questa iniziativa non nasce contro qualcuno in particolare ed è aperta a più soggetti».