Ma purtroppo il Ministero, l’Agcom e tutti gli operatori hanno raggiunto un accordo che a quanto pare non soddisfa proprio nessuno. Il modello di governance e il business plan della Newco verranno stilati entro i prossimi tre mesi. E qui la cosa si fa difficile. La società potrà operare, col principio di sussidiaretà, solo in quei casi in cui nessuna azienda tlc ha realizzato o sta realizzando le infrastrutture per la rete, in pratica in tutte quelle aree grigie e bianche del paese (definite dalla Commissione europea) non remunerative. Romani, con il solito entusiasmo ipocrita, ha dichiarato: «Un risultato straordinario». Ma a parte l’esultanza del neo ministro, che da quando era solo vice tifa segretamente per Telecom Italia, nessuno è contento sulla strada intrapresa. Anche perchè il grosso del lavoro è ancora da fare.
Agli investimenti della società Newco parteciperà anche la Cassa Depositi e Prestiti, ma come dichiarato dallo stesso Romani “a patto che il business plan del veicolo societario sia tale da rendere remunerativo l’investimento“. Ma come faranno i rappresentati del Ministero e delle società tlc, che presiederanno il Cda della Newco, a redere remunerativo un investimento per costruire canali, cavidotti, e infrastrutture di supporto alla rete che nessuno vuole fare sul mercato perchè da realizzare nei luoghi a ritorno economico zero?
Il clima di delusione si è capito immediatamente dai commenti del presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, che ha dichiarato: «non è quello che io e Romani volevamo, non è quello che volevano gli operatori, ma è il miglior compromesso possibile di interessi complessi». Che tradotto in italiano vuol dire che così facendo nessuno dei partecipanti perderà i propri investimenti a breve termine, si continuerà ad investire per lo sviluppo delle infrastrutture di rete di nuova genearzione nelle aree metropolitane e nei distretti industriali (già compreso nei piani di Telecom, Fastweb, Tiscali e Vodafone), e con tutta probabilità molte aree oggi prive di accesso alla banda larga ahimè rimarranno tali.
Matteo Bayre è un esperto di nuovi media e tv digitale, freelance Front Web Developer, SEO Specialist e Web Content Editor. Blogger per passione. Ha una laurea specialistica in Scienze della Comunicazione.
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