Nei piani alti dell’azienda di Cologno Monzese si teme per il futuro, anche se non si dice. Nonostante i proclami da parte dei vertici del gruppo sui brillanti risultati, primo fra tutti Confalonieri, nel giro di un mese la quotazione in borsa del gruppo Mediaset è calata del 20% circa. E ieri, al termine di un’altra giornata negativa, il titolo in calo di un altro punto percentuale ha toccato i minimi storici dalla crisi economica globale del 2008.
Secondo Il Fatto Quotidiano i grandi investitori internazionali non credono più nella crescita del Biscione, considerati i risultati negativi del primo trimestre 2011, e anzi prevedono ulteriori rallentamenti, soprattutto nella raccolta pubblicitaria. Gli analisti della società inglese Bernstein Research includono la sconfitta elettorale del partito di Berlusconi e la fase calante del suo governo tra le concause del netto ribasso delle quotazioni di Mediaset. L’indebolimento politico e la mancanza di strapotere del premier, secondo alcune previsioni economiche, potrebbero realisticamente fare allontanare molti grandi inserzionisti dal business di Mediaset.
Di sicuro pesano sulle valutazioni economiche l’andamento della raccolta pubblicitaria di Publitalia 80 che nel mese di maggio non è andata bene. Influisce pure l’investimento spagnolo di Cuatro, network acquisito dalla controllata Telecinco, che non sta dando i frutti sperati. Crea incertezza anche l’agognata acquisizione delle 1500 torri di trasmissione televisiva di DMT, ancora bloccata dalla Consob, che teme la nascita di un monopolio delle infrastutture di rete telefonica e tv, e minacciata dai ricorsi all’Antitrust da parte di Telecom Italia Media. Pesa infine anche la sentenza d’appello del processo sul lodo Mondadori, che potrebbe costare al gruppo Fininvest 500 milioni di euro di risarcimento per la Cir di De Benedetti.
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