ITU: Italia 28esima al mondo per diffusione delle tecnologie ICT

Ginevra – La Corea del Sud guida l’ultima classifica del 2010 dell’Onu sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), mentre l’Italia, che scende di due posizioni rispetto al 2008, è solo al 28° posto nel mondo. Lo rilevano i dati diffusi in questi giorni a Ginevra dall’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU) nel nuovo report Measuring the Information Society 2011.

L’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione continua inoltre ad accelerare in tutto il mondo, spinto da un costante calo del prezzo dei servizi telefonici e Internet a banda larga. Tutti i 152 paesi presi in esame nella classifica hanno migliorato il proprio punteggio, spiega l’ITU il cui indice IDI usato per la classifica (Ict Development Index) misura il livello di accesso alle ICT, l’uso e le competenze. L’Italia invece, grazie alle politiche di finta innovazione del governo e agli inesistenti investimenti sull’ICT, cresce poco, anzi decresce.

La maggior parte dei paesi in cima alla classifica sono europei e dell’Asia Pacifica. In vetta alla classifica, la Repubblica di Corea è seguita da Svezia, Islanda, Danimarca e Finlandia, Hong Kong, Lussemburgo, Svizzera, Olanda e Regno Unito in decima posizione. Gli Usa sono al 17° posto, il Brasile 64°, la Cina 80ª, l’India 116ª, mentre Arabia Saudita, Marocco, Vietnam e Russia (47ª) sono stati alcuni dei paesi più dinamici tra il 2008 e il 2010, osserva l’ITU. L’Italia, ormai da troppi anni costantemente indietro rispetto ai paesi più industrializzati, risulta al 28° posto nel mondo (diciannovesima in Europa) immediamente preceduta da Portogallo, Canada e Spagna e davanti a Malta, Grecia, Croazia.

Dai dati registrati dall’ITU si rileva che nei paesi sviluppati la penetrazione delle reti mobili per il cellulare ha raggiunto la saturazione, con una penetrazione media ormai oltre il 100% alla fine del 2010, rispetto al 70% nei paesi in via di sviluppo. La telefonia mobile è ora di fatto onnipresente con più di cinque miliardi di abbonamenti e una copertura della popolazione globale di oltre il 90%. Mentre nei paesi in via di sviluppo la diffusione delle reti mobili cresce del 20%.

Si diffonde nel mondo anche la banda larga mobile (con le tecnologie del 3G). Ben 154 economie in tutto il mondo hanno lanciato le reti 3G. Le reti Wi-fi e Internet a banda larga rimangono i settori che crescono di più nei paesi in via di sviluppo, con banda larga mobile in crescita del 160% tra il 2009 e il 2010. I paesi che hanno fatto rilevare i più alti guadagni nei mercati dell’ICT sono per lo più quelli che hanno raggiunto un considerevole aumento di abbonamenti alla banda larga mobile. Al contrario, il numero di abbonamenti Internet dial-up (le vecchie connesioni telefoniche a 56K) è diminuito rapidamente dal 2007 e, sulla base delle tendenze attuali, la morte del dial-up potrebbe divenire una realtà nei prossimi anni.

A livello globale, servizi di telecomunicazione e Internet stanno diventando sempre più accessibili. In 165 economie del mondo il costo medio di telefonia fissa, mobile cellulari e servizi Internet fissi a banda larga, è sceso del 18% a livello globale tra il 2008 e il 2010, con la più grande diminuzione dei servizi Internet a banda larga fissa, dove i prezzi medi sono scesi del 52%. Ma mentre i prezzi della banda larga registrato un forte calo in tutto il mondo, la connessione ad alta velocità ad Internet rimane insostenibile in molti paesi a basso reddito. Per esempio, in Africa a fine 2010, il costo fisso di un servizio a banda larga in media era l’equivalente del 290% del reddito mensile, un costo comunque in calo (nel 2008 era il 650% di un reddito mensile).

Confrontando tecnologie a banda larga fissa e mobile e dei servizi, il rapporto rileva inoltre enormi differenze di capacità di rete, velocità e qualità. In molti paesi in via di sviluppo, mentre la velocità minima per la banda larga (256 kbit/s) può essere sufficiente per i servizi di base (come l’email), è inadeguato l’utilizzo di applicazioni e di servizi più nuove e pesanti. Inoltre, la relazione rileva che la velocità reale vissuta da entrambi i clienti a banda larga fissa e mobile è spesso molto inferiore alla velocità pubblicizzata, e invita le autorità di regolamentazione ICT ad adottare misure per incoraggiare gli operatori a fornire ai consumatori informazioni più chiare sulla copertura, velocità e prezzi.

«Un nuovo divario digitale si sta sviluppando tra coloro che hanno accesso high-speed/capacity/quality – come accade in molti paesi ad alto reddito – e quelli con più bassa velocità/capacità/qualità di accesso, come avviene in molti a basso reddito paesi», ha detto Brahima Sanou, Direttore dell’Ufficio per lo Sviluppo delle Telecomunicazioni dell’ITU. «I responsabili politici devono agire rapidamente per facilitare la diffusione della banda larga e garantire che i servizi a banda larga più veloce, affidabile e conveniente».

La relazione sottolinea inoltre ad importanti differenze qualitative tra i servizi a banda larga fissa e mobile. La velocità media di un abbonamento a banda larga mobile di solito non corrisponde a quella di una alta velocità di abbonamento fisso e di solito comprende tappi di dati, a differenza dei ‘dati illimitato’ offre banda larga fissa, che sono ora ampiamente disponibili. Ciò rappresenta una sfida per i paesi in cui mobile è l’unica tecnologia di accesso a banda larga a disposizione di utenti finali – che è il caso in molti paesi in via di sviluppo.

Il rapporto ITU indica anche che il modo più efficace per aumentare l’uso di Internet nei paesi in via di sviluppo sarebbe il coinvolgimento degli studenti. In questi paesi, Internet è utilizzato da circa il 21% della popolazione, contro il 70% nei paesi sviluppati. Dato che il 46% della popolazione dei paesi in via di sviluppo è di età inferiore ai 25 anni (che rappresentano più di 2,5 miliardi di persone), la relazione suggerisce che uno dei modi più efficaci per aumentare l’uso di Internet in questi paesi è puntare  sulle giovani generazioni, ad esempio attraverso il collegamento delle scuole e di altre istituzioni educative.

Rapporto ITU Measuring the Information Society 2011 (pdf)

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