ITMedia Consulting: in Italia lo streaming non ha compensato il calo della pay-tv

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Il mercato della TV in Europa occidentale cresce poco e fatica a recuperare i livelli pre-pandemia, nonostante il boom dello streaming a pagamento.

Questo è il quadro che emerge dal XXI Rapporto Annuale di ITMedia Consulting: “Turning Digital – Outside the Comfort Zone”, che analizza la situazione e i trend della televisione nel continente. Lo studio, realizzato dalla società guidata da Augusto Preta, evidenzia come il mercato televisivo abbia raggiunto nel 2022 un fatturato di 99,8 miliardi di euro, appena lo 0,5% in più rispetto al 2021, ma ancora inferiore ai 101,9 miliardi del 2019.

«Questo dato – spiega Preta – è ancora più allarmante se si tiene conto di un tasso di inflazione medio annuo del 9,2% nel 2022: il livello più alto degli ultimi 10 anni che ha trasformato i numeri positivi in termini assoluti anche in una caduta del -8,7% in termini reali. Infatti, dopo aver superato per la prima volta la soglia dei 100 miliardi nel 2018, il fatturato complessivo del mercato televisivo in Europa occidentale è ritornato agli stessi livelli del 2018, registrando un decremento del -1,5% rispetto al 2019».

In questo scenario, lo Svod (video on demand a sottoscrizione, come Netflix o Disney+) ha rallentato la sua crescita nel 2022 e ha appena bilanciato il calo dei servizi lineari tradizionali. La componente Vod ha registrato una crescita annua dell’8,8% nel 2022 e ha raggiunto il 30,5% dei ricavi totali in Europa occidentale, con una forza pari a quella della pay-tv tradizionale in alcuni Paesi.

In Italia la TV a pagamento ha registrato nel 2022 una lieve perdita (-0,4%) attestandosi a meno di 3,2 miliardi di euro, la più bassa degli ultimi cinque anni. Qui lo streaming ha attutito il colpo (+8,5%) ma evidentemente senza riuscire a compensare il trend calante della tradizionale pay-tv (che in Italia è praticamente Sky).

La sfida delle piattaforme, in Italia come nel resto d’Europa, sono ora i canali Fast (la TV tradizionale, ma via streaming e supportata dalla pubblicità). La TV Avod (advertising video on demand) ha assunto maggiore consistenza, raggiungendo il 10,6% del mercato pubblicitario televisivo totale in Europa occidentale. In questo quadro i canali Fast valgono il 10-15%. In realtà, però, l’avanzata non ha il ritmo della cavalcata trionfale sebbene in questo mercato siano entrati con grande determinazione colossi come Paramount, ad esempio, con la Pluto Tv.

«I canali Fast – precisa Preta – offrono numerosi vantaggi ai proprietari di contenuti, come la possibilità di monetizzare i contenuti della library vecchi e inutilizzati e di offrirli come nuovi pacchetti di contenuti. Gran parte di questa crescita sarà però guidata dagli Stati Uniti, che attualmente rappresentano circa il 90% del mercato globale dei canali Fast, valutato in poco meno di 4 miliardi di dollari». In Europa si è ben lontani.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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