Venerdì 19 giugno si è svolto a Lucca il Forum Europeo sulla Tv Digitale. I rappresentanti dei media tv, delle aziende che sviluppano tecnologie, e vari tipi di esperti si sono riuniti per discutere e per presentare le novità e l’evoluzione della televisione digitale.
E’ stata l’occasione per presentare il progetto Tivù e Tivù Sat, l’associazione che unisce i media televisivi dominanti in Italia. Il relatore incaricato, guardacaso un uomo Mediaset, ha affermato nel corso della conferenza che la nuova piattaforma digitale satellitare è nata per offrire il servizio agli utenti che non potranno mai essere raggiunti dal digitale terrestre…
Dal Forum, raccontato nell’articolo della diretta di digital-sat.it, David Bogi (Mediaset) ha affermato: «La prima missione è però per il terrestre» – riproponendo le solite e ritrite lodi del DTT – «il valore aggiunto del digitale terrestre sarà una maggiore qualità audio/video, servizi interattivi disponibili e un sensibile arricchimento dell’offerta. La nostra mission è di spiegare agli italiani che potranno vedere un nuovo mondo: da 9 canali analogici nazionali si passa a 38 canali free digitali». L’ampliamento dei canali è una realtà indiscussa; il pubblico però sta ancora aspettando gli utilissimi servizi pubblici interattivi . Poi passando a Tivù Sat ha affermato che sarà l’alternativa “gratuita” al terrestre. Ma le prospettive reali rivelano che gli utenti che vorranno vedere i canali Rai e Mediaset dovranno acquistare un altro decoder e una parabola.
Dopo un confronto con le realtà europee del digitale terrestre, il presidente di DGTvi Andrea Ambrogetti ha presentato le cifre del passaggio al digitale e dei vari switch-over italiani. Le sue conclusioni sono alquanto ottimistiche: «entro la fine di quest’anno un cittadino ogni tre sarà completamente digitale […] si è passato dal 30% al 70% di diffusione a Roma; a Torino gli ascolti di Rai e Mediaset sono ritornati assolutamente stabili, ciò testimonia un utilizzo stabile del digitale. I risultati anche in termini di business sono confortanti: rispetto a un anno fa, in Sardegna, gli ascolti della generalista nel suo complesso non solo hanno tenuto, ma si sono incrementati con le nuove offerte (come per es. Rai4, Rai Storia e Rai Sport o Iris e Boing per Mediaset)». Ambrogetti conclude il suo intervento dicendo: «ci deve essere un nuovo modello di business: non è pensabile ad una molteplicità di canali tutti uguali, né in campo generalista né in campo tematico. Si deve guardare ai servizi e agli accessi agevolati alle nuove tecnologie digitali sperimentando dei modelli editoriali completamente diversi».
Il responsabile delle nuove tecnologie dell’Adiconsum (Associazione difesa consumatori ambiente) Mauro Vergari, da un’intervista del sito Blogosfere Economia e finanza, ci offre la controparte assente al Forum di Lucca. Vergari racconta che c’è una carenza informativa grave sul passaggio al digitale terrestre. Il compito di informare il cittadino non è assolto dallo Stato, ma è stato delegato alle associazioni semi-private della DGTvi e della Tivù, che sono troppo impegnate a spiegare il nuovo modello di business, cioè come si usa la smart card per acquistare le partite di calcio e i film in prima tv. Dalla mancanza di informazioni i consumatori-utenti lamentano: «difficoltà a comprendere i menù dei decoder, a risintonizzarsi, assenza di informazioni chiare sopratttuto sulle caratteristiche dei decoder. Inoltre non conoscono le ragioni di questo passaggio, che viene vissuto come un’imposizione ».
L’Adiconsum inoltre spiega le difficoltà del passaggio al digitale perchè: « negli altri paesi il cavo e il satellite sono molto più diffusi e rendono dunque più facile lo spegnimento analogico che interessa poche emittenti e pochi utenti». Le proiezioni positive del DGTvi sono smentite dai disagi reali degli utenti. Vergari conferma che: «in Sardegna – dove da mesi è avvenuto lo switch-off – oltre il 10% della popolazione non riceve il digitale terrestre e necessiterà del satellite. Occorrerebbe dunque risarcirli per la spesa dei decoder. Ma sono gli anziani senza dubbio ad avere maggiori problemi».
Insomma nel Forum di Lucca si è parlato di tutto per quanto concerne il DTT, ma si è evitato accuratamente di discutere dei diritti dell’utente, della neutralità tecnologica, che potrebbe liberare il cittadino dall’obbligo di acquisti inutili, e della libertà e gratuità di accesso alla nuova tecnologia.
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