Il Festival di Sanremo potrebbe lasciare la Rai

Festival di Sanremo rai

Il Festival di Sanremo 2023 potrebbe essere l’ultima edizione targata Rai? Forse è ancora presto per dirlo con esattezza, ma l’ipotesi che possa rompersi un binomio storico della televisione italiana si fa sempre più concreta.

Secondo una sentenza del Tar, infatti, il marchio del Festival della Canzone italiana sarebbe di proprietà del Comune di Sanremo. Quest’ultimo lo cede poi ogni anno in gestione alla Rai per un importo all’incirca di 5 milioni di euro, anche se per l’ultima edizione il budget si è ridotto di 200 mila euro.

La questione, scrive MF-Milano Finanza, può essere rilevante soprattutto considerando che essendo il Comune di Sanremo un ente pubblico, questi dovrebbe indire ogni anno un bando pubblico per decidere a chi assegnarlo. In una recente puntata della trasmissione satirica targata Mediaset, Striscia la Notizia, il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri ha fatto sapere che, se fosse appurato che il Festival debba essere assegnato tramite bando, lui rispetterebbe la norma.

«In questi anni non c’è stata la volontà o l’esigenza di andare a bando, anche perché si tratta di una convenzione ormai frutto di un lavoro lunghissimo», ha sottolineato il sindaco aggiungendo che «a oggi non c’è un obbligo di questo passaggio» e, soprattutto, che «se arrivasse la richiesta di un’emittente che proponesse un numero maggiore di risorse si farebbero delle valutazioni».

Sul tema del bando pubblico, però, va sottolineato che lo scorso giugno un provvedimento dell’Agcom ha stilato una lista di eventi di interesse sociale o di grande interesse pubblico (tra cui rientra appunto il Festival di Sanremo), per i quali “deve essere garantita ai cittadini la qualità della trasmissione sui palinsesti dei media audiovisivi, sia in diretta o in differita sia in chiaro o a pagamento, con adeguati standard di regolarità, continuità del servizio e la migliore visualizzazione delle immagini”.

L’Agcom, d’intesa con il Mise, “determinerà le condizioni e i parametri di regolarità del servizio e qualità delle immagini che dovranno essere assicurati ai cittadini dalle emittenti radiotelevisive e piattaforme OTT, anche per la trasmissione via internet, nel rispetto dei parametri stabiliti con il nuovo Tusma (D.Lgs. 208/2021)”. Tradotto: basterà essere una tv nazionale per mandare in onda un evento di rilevanza culturale. Il provvedimento, per quanto complichi il concetto di bando pubblico, accerta l’inesistenza di un vincolo permanente nella bdella gestione di Sanremo alla Rai.

Un assist non da poco per le altre televisioni a copertura nazionale. Soprattutto in termini di raccolta pubblicitaria. Sanremo 2022, secondo dati Auditel elaborati dallo Studio Frasi, ha chiuso con ascolti medi delle 5 serate sopra gli 11 milioni di spettatori e una quota d’ascolto media del 58%, con la serata finale sopra il 66%, portando introiti vicino ai 17 milioni: 42 milioni di raccolta pubblicitaria a fronte di costi per 25 milioni.

Fonte: MF – Milano Finanza

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