DVB-T2, la Rai chiede la proroga del passaggio del Mux B a marzo

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La Rai ha chiesto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy di posticipare il passaggio al DVB-T2 di uno dei suoi Mux, previsto per il 10 gennaio 2024, a causa dei rischi che comporterebbe per la sua offerta e per il pubblico.

Secondo la road map del passaggio al nuovo standard di trasmissione digitale terrestre DVB-T2, la Rai dovrebbe convertire uno dei suoi Multiplex il prossimo 10 gennaio 2024. Ma per timore di perdere una parte dei telespettatori, che non potrebbero più ricevere i canali trasportati su quella rete, soprattutto in concomitanza con i grandi eventi sportivi previsti nel 2024, Europei di calcio e le Olimpiadi, Tv di Stato ha chiesto una proroga del passaggio a marzo, durante l’audizione del 20 dicembre scorso alla Commissione di Vigilanza per voce del direttore generale della Rai Giampaolo Rossi.

Queste le parole di Rossi: «Tecnologicamente e produttivamente la Rai è pronta a farlo, ma stiamo interloquendo con il ministero circa la possibilità di spostare anche per noi questa scadenza, se non altro per una questione di difesa del servizio pubblico. Lo Switch Off in DVB-T2 rischia di penalizzare un numero per ora non chiaramente quantificabile di famiglie che non hanno ancora l’accesso alla nuova tecnologia attraverso le Smart TV – ha detto Rossi -, il rischio è che alcuni blocchi sociali non possano accedere a questi grandi eventi sportivi, che sono a tutti gli effetti servizio pubblico».

Secondo l’Auditel-Censis, sono ancora 8,4 milioni di famiglie italiane prive di un televisore compatibile con il nuovo standard del digitale terrestre, un numero di telespettatori troppo vasto per la Rai. In teoria il cambio del Multiplex B della Rai dovrebbe incentivare l’aggiornamento tecnologico del parco di televisori, ma purtroppo il governo ha eliminato in modo netto il famoso Bonus TV che agevolava economicamente le fasce più svantaggiate della popolazione.

Per evitare questo scenario, la Rai ha proposto di utilizzare la dodicesima rete nazionale, che è ancora vacante e non assegnata a nessun operatore, per sperimentare il DVB-T2 senza limitare l’offerta agli utenti senza TV o decoder compatibili. Questa soluzione, però, potrebbe creare problemi di natura regolamentare e concorrenziale, in quanto la dodicesima rete nazionale era destinata originariamente a due operatori minori, Retecapri ed Europa 7, che non hanno trovato un accordo per condividerla. Inoltre, l’attribuzione transitoria della dodicesima rete alla Rai potrebbe creare un precedente pericoloso per il futuro del sistema televisivo italiano, che dovrebbe comunque migrare completamente al DVB-T2 entro il 2025.

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