L’assegnazione dei diritti TV della Serie A, come previsto, finisce in tribunale. Sky ha presentato ricorso d’urgenza presso il Tribunale di Milano contro la delibera assunta dalla Lega Calcio con cui ha assegnato le partite del campionato per le stagioni 2021-2024 a DAZN (e TIM).
Sky Italia ritiene che l’assegnazione violi la «no single buyer rule» stabilita dalla Legge Melandri, ovvero la previsione che «è fatto divieto a chiunque di acquisire in esclusiva tutti i pacchetti relativi alle dirette».
DAZN con l’aiuto di TIM si è aggiudicato il pacchetto 1 (7 gare in esclusiva) e il pacchetto 3 (le altre tre partite non in esclusiva) dei diritti della Serie A di calcio mettendo sul piatto 840 milioni di euro a stagione.
Nel frattempo l’assemblea della Lega di Serie A, venerdì 23 aprile 2021, ha dato il via libera al nuovo bando per il pacchetto 2 dei diritti TV, non assegnato nella prima asta, che prevede la trasmissione di 3 partite a giornata in co-esclusiva con il vincitore del pacchetto 3, cioè DAZN, sempre per il triennio 2021-2024.
I club della Serie A hanno fissato come obiettivo minimo ricavi per 150 milioni di euro a stagione (rispetto ai 250 milioni del precedente bando). Nelle scorse settimane la Lega Serie A ha respinto l’offerta di Sky da 87,5 milioni in media per anno. Nonostante i rumors, il nuovo bando non prevede l’assegnazione di gare in chiaro, l’unica modifica rilevante è il prezzo (fissato in precedenza a 250 milioni).
Nel corso dell’assemblea i club hanno ascoltato il consulente, avvocato Alberto Toffoletto, in merito al ricorso d’urgenza presentato da Sky Italia.
Fonte: ItaliaOggi