Si attende il varo del bando sui diritti tv della Serie A. Sky, Mediaset e forse TIM saranno in gara. In caso di flop sempre viva l’ipotesi Lega Calcio Tv con Discovery e il finanziamento di una banca internazionale.
Nel giugno scorso il primo tentativo di messa in gara dei diritti tv delle partite di Serie A per il triennio 2018-2021 è stato un flop: Sky Italia mise complessivamente sul piatto 440 milioni di euro per i pacchetti relativi all’offerta satellitare e digitale, mentre Perform offrì 50 milioni per quelli online e Mediaset non si presentò. La Lega Calcio e l’advisor Infront, nel frattempo commissariata e affidata a Carlo Tavecchio, non riescono mettere di comune accordo i club di Serie A per definire il nuovo bando.
I lavori sul bando di gara ritardano, anche perché nel frattempo la Lega Serie A non riesce ad accordarsi neanche sui suoi nuovi vertici. Probabilmente si arriverà fino a gennaio per avere una proposta definitiva sulla gara. Il vero scoglio da superare è l’introito atteso dall’asta. L’ad di Infront, Luigi De Siervo (in corsa anche per la poltrona di top manager della Lega), nei mesi scorsi aveva parlato di un incasso totale tra 1,2 e 1,4 miliardi di euro. Una cifra elevata rispetto al passato: l’ultimo bando aveva portato nelle casse poco più di 1 miliardo. Ma Infront nel 2014, per ottenere il rinnovo del contratto, si era impegnata a garantire ai club del massimo campionato la soglia miliardaria.
Un traguardo non facile da raggiungere in virtù di alcuni fattori. Innanzitutto, la mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali ha fatto calare l’appeal per il campionato. Inoltre non va trascurato il fatto che di player realmente interessati è difficile trovarne se si eccettuano Sky e Mediaset e, forse, eventualmente la TIM guidata da Vivendi e Vincent Bolloré. Ed è per questo che bisognerà capire quale sarà il futuro di Premium, in bilico tra un ripensamento complessivo e la cessione ai francesi.
Se il Biscione si aggiudicherà i Mondiali di Russia 2018 andrà a trasmettere le partite solo sui canali generalisti in chiaro, sacrificando un possibile accordo tra TIM-Vivendi e Mediaset Premium già orfana dall’anno prossimo della Champions League. Pare infatti che dopo il primo giro di offerte nell’altra asta curata dall’advisor MP & Silva per conto della Fifa, Mediaset sia in vantaggio su Rai e Sky, in attesa dei rilanci. li trasmetterà sui canali generalisti free a discapito della pay.
In questo senso, la prossima settimana potrebbe essere decisiva. Ma se a Cologno Monzese si sostiene che il gruppo parteciperà all’asta, va detto che la Sky di Andrea Zappia può giocare la carta del potenziale unico bidder e quindi abbassare la soglia d’incasso. Per tali ragioni, diversi presidenti della Serie A, a partire da Aurelio De Laurentiis (Napoli) e Urbano Cairo (Torino), sostenuti si dice da Marco Fassone (ad del Milan), stanno facendo pressioni affinché diventi realtà il progetto della piattaforma distributiva della Lega: Lega Calcio Tv. Il progetto esiste e vede un percorso che partendo da Infront (produzione video) passi da Discovery (ideazione e definizione del canale) e ven-ga poi distribuito da un veicolo di nuova costituzione che vedrebbe la Lega affiancata da un partner finanziario con un manager ad hoc: circola il nome di Marco Bogarelli, a lungo capo indiscusso di Infront Italy, rientrato in pista assieme a Giuseppe Ciocchetti con la newco 2MG Media.
In questo senso, secondo MF-Milano Finanza, una banca internazionale avrebbe comunicato ai vertici del calcio italiano di essere pronta a garantire la cifra di 1,25 miliardi su base annua, per dieci anni, per sostenere la piattaforma il cui percorso da mesi procede di pari passo a quello della definizione del bando. La cifra ancora non messa nero su bianco sarebbe elevata anche per gestire i costi di start-up del processo e le possibili perdite dei primi anni.
Ma i tempi per la scelta sono sempre più stretti. Perché poi nei primi mesi del 2018 i club sono chiamati a presentare la documentazione alle banche per potere ottenere quel sostegno necessario alla stabilità di bilancio. E se si considera che in media i diritti tv garantiscono il 65-70% dei ri cavi complessivi di una società calcistica è evidente che non si può più aspettare.
Fonti: MF | ItaliaOggi