Diritti Tv Calcio, più risorse a Sky e DAZN contro le IPTv

diritti tv serie aLa Legge di Bilancio 2019 appena approvata introduce nuove regole per la difesa dei diritti tv del calcio in favore della pay-tv (cioè Sky e DAZN) e rivede le norme sulla suddivisione dei ricavi ai club di Serie A dagli stessi diritti, premiando le società calcistiche che mettono in campo più giovani.

La contestatissima e travagliata Legge di Bilancio 2019 del governo gialloverde ha infatti introdotto per Sky e DAZN la possibilità di difendere in prima persona (insieme alla Lega Calcio) i diritti tv delle partite (3 stagioni di campionato di Serie A). Questa normativa consegnerà ai club e alle pay-tv le prime armi per contrastare il fenomeno delle IPTV illegali, ovvero la trasmissione dei canali di Sky o delle partite di DAZN in violazione dei copyright, spesso in pacchetti a pagamento per pochi euro al mese. Secondo una recente ricerca Ipsos sarebbero quasi 5 milioni gli italiani che utilizzano i contenuti “pirata” in streaming e on demand e il 23% di questi è abbonato alle IPTv per vedere i contenuti sportivi.

Sky Italia e DAZN da oggi con la partecipazione della Lega Serie A potranno chiedere a un giudice il blocco delle trasmissioni illegali. Ma attraverso le modifiche appena approvate non si risolverà molto. Le società di calcio e gli operatori pay-tv sperano nell’approvazione della proposta di legge di Alessio Butti di Fratelli d’Italia già presentata alla Camera ma non ancora discussa.

sky italia

Le “Norme di contrasto alla fruizione illegale di contenuti audiovisivi tutelati dal diritto d’autore e dai diritti connessi” presentate il 31 ottobre scorso, dispongono sanzioni salatissime, non solo agli utenti consumatori, ma anche a chi esercita l’attività criminale a fini di profitto economico. La legge potrebbe consentire norme censorie colpendo direttamente i gestori dei server internet ISP, bloccando indirizzi IP e DNS degli hosting provider. E Sky e DAZN insieme alla Lega Calcio potrebbero rivolgersi nei casi di estrema gravità direttamente all’Autorità Garante per le comunicazioni, scavalcando il tribunale, perché blocchi la trasmissione illegale delle partite anche per tutto il campionato. I detentori dei diritti attraverso l’approvazione dell’Agcom  potrebbero inoltre richiedere ai motori di ricerca come Google la deindicizzazione dei siti web illegali.

dazn disservizi blocchi ricorsi

Nella ripartizione dei ricavi da diritti tv del calcio si cambiano invece le percentuali, anche se di poco. Finora, infatti, tolto il 10% da destinare alla mutualità generale che va alla Figc da ripartire alle altre leghe, la torta prevedeva una metà del totale da dividere fra le squadre di Serie A in parti uguali, mentre del restante 50% il 30% era attribuito sulla base dei risultati sportivi conseguiti nelle passate stagioni e il 20% in base al radicamento sociale, calcolato tenendo conto del pubblico di riferimento di ciascuna squadra: prima di tutto il numero di spettatori paganti nello stadio di casa e in subordine i dati Auditel degli ascolti televisivi.

Dalla stagione 2021/2022 si cambierà in questo modo: resta fermo il 10% della mutualità e il 50% da dividere in parti uguali, mentre la quota da ripartire sulla base di risultati scende dal 30 al 28% e quella parametrata al radicamento sociale sale dal 20 al 22%. Per quest’ ultima fetta cambiano però anche i parametri: i biglietti allo stadio restano, ma l’audience entra a pieno titolo nel computo e non più in maniera subordinata e si aggiunge anche il criterio dei minuti giocati nel campionato di serie A da giocatori fra 15 e 23 anni, formati nei settori giovanili italiani e che siano tesserati da almeno 36 mesi ininterrotti. I dettagli saranno stabiliti con un decreto entro il 30 giugno, anche se quest’ ultimo criterio non dovrà pesare meno del 5% della fetta che riguarda il radicamento sociale. Dalla prossima stagione, infine, le risorse andranno soltanto alle società con i bilanci certificati.

Fonte: ItaliaOggi

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