Firenze – Lo Switch-off della Toscana non è ancora partito, ma si fanno sentire le prime gravi ripercussioni sul comparto tv locale. Dal 7 novembre, data in cui inizierà il passaggio al digitale terrestre della Toscana e lo spegnimento dei segnali analogici, molte delle tv locali toscane infatti potrebbero scomparire. Come denunciato innumerevoli volte dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e dall’Uncem Toscana, secondo il piano di assegnazione delle frequenze bandito dal Ministero dello sviluppo, per 43 tv locali esistenti attualmente ci sono in palio solo 18 frequenze. L’emittente Teletirreno, però, ancor prima della scadenza del bando per le assegnazioni dei canali ha deciso di “cessare l’attività“.
L’azienda, che da tempo navigava in cattive acque, ha già spedito a 36 dipendenti le lettere che con un anticipo di due mesi annunciavano il licenziamento. Malgrado ciò, il direttore dell’emittente Giancarlo Capecchi esorta i colleghi a non perdere le speranze e fa sapere che la tv potrebbe ripartire con una nuova società. Non si è fatto attendere a lungo il duro giudizio della Associazione Stampa Toscana, il sindacato unitario dei giornalisti toscani, che ha fatto sapere: «Un atto di straordinaria gravità, inaccettabile per un imprenditore che voglia definirsi tale, e che come tale non può assolutamente sottrarsi al confronto con le istituzioni e le parti sociali».
A Teletirreno saranno in 36 a perdere il posto. tra giornalisti, tecnici e amministratori, senza in precedenza sedersi ad alcun tavolo di trattativa. L’Associazione Stampa Toscana è al fianco dei colleghi e si è già attivata per chiedere un incontro urgente con l’assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini. L’Ast ”stigmatizza” il comportamento dell’editore Piero Barbagli, «peraltro non nuovo negli anni a iniziative editoriali discutibili e segnate da mancanza di rispetto per un livello dignitoso di relazioni sindacali», e gli chiede «di non sottrarsi al confronto, così come sembra emergere da notizie di stampa di questa giorni». Il sindacato dei giornalisti chiede poi alla Regione e a tutte le istituzioni «di essere particolarmente vigili in questa fase di passaggio al digitale terrestre, in particolare perchè i contributi pubblici non siano assegnati senza una attenta valutazione del rispetto dei contratti e delle relazioni sindacali».
Infine l’Ast si rivolge al direttore, Giancarlo Capecchi, «per capire come il licenziamento di tutti i dipendenti si concili con la volontà di non interrompere le trasmissioni» Per fortuna non è dappertutto così. La situazione per Tv9, ex Telemaremma è completamente diversa. L’amministratore Stefano D’Errico afferma che, nonostante non sia certo, hanno ragionevoli speranze di poter continuare a trasmettere.
Fonte: La Nazione
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