Digitale terrestre Cesena: black out dei canali Rai a Bagno di Romagna

Ancora un black out dei canali Rai. Si registra questa volta nel Comune di Bagno di Romagna in provincia di Forlì-Cesena. L’assenza prolungata del segnale della tv di Stato, che manca da mesi sulle antenne del piccolo centro montano, ha fatto esplodere le vibranti le proteste dei cittadini e del sindaco del Comune romagnolo.

Il primo cittadino di Bagno ha infatti scritto, a nome dell’intera giunta, e anche su richiesta del gruppo consiliare di maggioranza, una lettera ai parlamentari romagnoli per chiedere di essere aiutato nell’iniziativa da tempo in corso verso la Rai. Il problema è che la ricezione delle trasmissioni televisive, in gran parte del territorio comunale, dopo l’arrivo del digitale terrestre è drasticamente peggiorata.

«La gente dice che dopo che hanno imposto a tutti l’acquisto del decoder, per un affare gigantesco in termini economici, non vi è stato alcun ritorno in investimenti volti a mantenere, e tanto meno migliorare la ricezione nelle zone montane come questa – afferma il sindaco Spignoli –  e mi pare che la cosa abbia un fondo di plausibilità. Comunque sia, ci siamo stufati».

Così, dopo l’ultimo black out dei canali Rai, protrattosi per circa tre giorni, l’amministrazione comunale ha preso carta e penna, ancora una volta, ma invece di scrivere direttamente alla Rai come ha fatto altre volte in passato, si è rivolta a tutti i parlamentari romagnoli, chiedendo, da parte loro, iniziative decise a favore dei propri cittadini e del loro diritto alla normale ricezione delle trasmissioni televisive. Cittadini che, detto per inciso, pagano il canone in cambio di un servizio discutibile, e risulta si stiano organizzando per attuare uno sciopero di massa in materia.

«Le idee fiorite fra noi sono state di diverso genere, da una denuncia in tribunale per interruzione di pubblico servizio ad una iniziativa presso l’autorità Antitrust – conclude Spignoli -, poi abbiamo deciso di rivolgerci, per ora, ai parlamentari. Qualora il problema persistesse non escludiamo altro. Non è possibile che un’azienda pubblica che spende tanto in contratti milionari e cachet vari, trascuri gli investimenti tecnologici necessari per migliorare la ricezione in zone come la nostra».

Fonte: cesenatoday.it

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