Auditel da luglio 2018 registrerà e diffonderà i dati di ascolto online delle tv su PC, mobile e device connessi.
A luglio Auditel, la società di rilevazione presieduta da Andrea Imperiali, diffonderà i primi numeri sulla visione dei contenuti dei broadcaster attraverso dispositivi mobile e PC, smart tv, set-top-box connessi e altri dispositivi. A rivelarlo sono stati i dirigenti di Auditel ieri in occasione del convegno Iab Europe svoltosi a Milano. 10 mesi fa Auditel ha assegnato a ComScore, guidata da Fabrizio Angelini, la rilevazione dei dati online. Mentre rimane nelle mani di Nielsen l’elaborazione degli ascolti della tv tradizionale.
Entro il 2020 Auditel lavorerà per registrare e diffondere un dato di total digital audience unico, che comprenderà lo share tv e l’audience sul web e sui dispositivi connessi dei contenuti televisivi e della pubblicità. Oggi l’online per i contenuti televisivi è abbastanza residuale (secondo i pochi dati registrati in Italia) se confrontato con i grandi numeri della tv tradizionale, ma lo scopo è di fornire un dato certificato sul mercato perché il pubblico di domani arriverà soprattutto attraverso l’online.
Il nuovo standard Auditel sugli ascolti conterà ogni singola visione dei contenuti online grazie alla tecnologia SDK che ComScore ha licenziato in esclusiva per l’Italia ad Auditel: gli editori che vogliono che i propri programmi siano rilevati installano un piccolo codice e questo contatta i server della società di rilevazione che li conteggia (i processi sono tutti svolti internamente da Auditel). Sarà quindi un dato censuario basato sui «dispositivi unici» non su telespettatori online unici.
Un utente, infatti, potrebbe teoricamente guardare uno stesso contenuto in due dispositivi diversi. In realtà, se per i siti internet questo è più probabile, per i singoli video lo è di meno e ciò significa che i numeri saranno abbastanza vicini al dato che conta le teste. Il passo successivo, quello di deduplicare i dati censuari e arrivare al telespettatore unico, avverrà successivamente grazie ai Focal Meter connessi di Kantar, che saranno installati (già ci sono i test) per gradi nel superpanel di 16.100 famiglie che attualmente serve per rilevare la tv tradizionale.
Il dato censuario si potrà «colorare» con l’attribuzione socio-demografica. Sarà questa la fase 3, fra il 2019 e il 2020, in cui si arriverà alla fusione e a metriche uniche sugli ascolti tv e online vicine a quelle oggi utilizzate da Auditel, pur restando possibile separare le singole componenti. Di fatto sarà necessario un lavoro di armonizzazione fra metriche così differenti (l’ascolto medio tv con gli utenti online, per esempio), ma questo dipenderà dalle linee guida che si darà Auditel prossimamente e dal lavoro a stretto contatto con l’Agcom.
Si sa comunque che Imperiali ha voluto dare un impronta di qualità alla rilevazione, perché oltre all’eliminazione del traffico non umano, funzione di ComScore, il sistema non rileverà contenuti visualizzati per meno di una certa soglia di tempo da stabilire.
Gli sviluppi futuri sono poi ancora da decidere. Per esempio all’inizio saranno rilevati i contenuti visualizzati nei player di proprietà dei broadcaster, sia che si trovino nel sito o nell’app di proprietà che nei siti di editori terzi. Restano fuori i player diversi: se un editore concede i propri programmi a un’altra piattaforma (su YouTube, fra tutti) non sarà rilevato. In questo caso si tratta semplicemente di una scelta «politica» che dipenderà anche dalle strategie delle tv. In Brasile, per esempio, i broadcaster si sono affidati per lo più a Yahoo per la distribuzione dei propri video online, scelta discutibile, ma pragmatica, basata sulla considerazione che il 90% del traffico si trova sicuramente là.
Fonte:ItaliaOggi