Se tutto andrà per il verso giusto, Cairo avrà 30 giorni di tempo per sfilarsi (senza versare un euro) o comprare qualcosa per davvero. Che cosa Cairo voglia acquistare lo si capirà nelle prossime ore quando il Ministero dello Sviluppo Economico aprirà le buste — anzi la busta — per decifrare le sue intenzioni.
Secondo La Repubblica e ItaliaOggi, l’editore piemontese punterebbe ad acquistare il Lotto 3 (che raggiunge nominalmente il 96,6% della popolazione), che comprende il canale 25 UHF (frequenza a lungo corteggiata dalla Rai che copre la maggior parte delle regioni), e il canale 59 UHF (che però andrà restituito allo Stato nel 2015) che raggiunge Liguria, Sardegna, Toscana. Costo del bene: appena 31 milioni 625 mila euro.
E’ ragionevole pensare che Cairo non parteciperà anche per gli altri lotti: L1 (canali 6 VHF e 23 UHF) con l’89,5% di popolazione stimata coperta (base d’asta 29,3 milioni); e L2 (canali 7 VHF e 11 VHF) con il 91,1% di popolazione stimata coperta (base d’asta 29,8 milioni). Il solo vincitore della gara sarà vincolato poi a raggiungere una copertura di almeno il 51% della popolazione nazionale entro 5 anni dal rilascio del diritto d’uso, purchè sia compreso almeno il 10% della popolazione di ciascuna regione.
Secondo Andrea Sechi di ItaliaOggi, con il diritto d’uso dei mux del lotto L3, Cairo Communication spenderà 1,6 milioni all’anno da sommare all’affitto della rete di trasmissione (di EI Towers – Mediaset) di circa 18 milioni annui. Attualmente per La7 e La7d il presidente del Torino Calcio spende circa 10 milioni l’anno per l’affitto degli impianti di TIMB. Ma Cairo potrà ospitare sulle nuove frequenze i canali di terzi editori (anche 4 o 5 a seconda della banda richiesta) e incassare i profitti della concessione.
Per quanto riguarda l’uso delle frequenze invendute, si fanno varie ipotesi. Il Ministero potrebbe usarle per sanare i problemi delle interferenze con gli stati esteri che creano disagi nelle zone di confine. Oppure potrebbe destinarle alle emittenti private per risolvere altri problemi di copertura. Comunque secondo gli esperti l’assegnazione di un solo lotto ad un solo operatore non dovrebbe rappresentare un ostacolo per la rimozione della procedura di infrazione che pende sull’Italia dal lontanto 2006.
Sull’asta permane in ogni caso (come sempre) l’incertezza con l’ennesimo ricorso al Tar contro l’intera procedura d’asta, che ha la firma questa volta di Tarak Ben Ammar (Prima Tv – proprietaria del multiplex DFree che ospita contenuti Mediaset), storico amico e socio nel mercato tv di Berlusconi, supportato dal principe del Foro Luca Perfetti.
Fonti: La Repubblica | ItaliaOggi
Matteo Bayre è un esperto di nuovi media e tv digitale, freelance Front Web Developer, SEO Specialist e Web Content Editor. Blogger per passione. Ha una laurea specialistica in Scienze della Comunicazione.