Usigrai: in Rai finisce la stagione delle esclusioni e delle censure

«Diamo per scontato che sia finita o comunque che debba finire una stagione di esclusioni e censure e facciamo appello al governo e alla maggioranza parlamentare che verranno: portare in Europa anche il servizio pubblico radiotelevisivo. C’è oltre quella primaria per il Paese pure un’emergenza Rai. Se non si riesce a fare una legge articolata sulla governance del servizio pubblico, si opti per una leggina che, anche per una sola volta, metta nelle mani della massima istituzione di garanzia ovvero la Presidenza della Repubblica, sentiti i presidenti di Camera e Senato, la designazione di personalità autorevoli e indipendenti che possano traghettare la Rai fuori dalla situazione in cui si trova».

Lo ha affermato in una nota il segretario Usigrai Carlo Verna. «Non si può lasciare ancora – ha affermato Verna – l’azienda di viale Mazzini nelle mani dei partiti, non si può pensare che gli attuali vertici abbiano la credibilità necessaria per dare una scossa positiva, né si può rieleggere il cda coi meccanismi della legge Gasparri. La natura giuridica della Rai va ridefinita non può essere, trovandosi seppure in parte sul mercato, un ente pubblico, e c’è bisogno di risorse certe».

«L’Usigrai ritiene che anche del canone si possa discutere. Non è un totem, purchè sia chiara la diversa forma di finanziamento pubblico ovvero il prezzo certo di una convenzione quale è il contratto di servizio, che pone a carico della Rai una serie di obblighi di produzione. Basta che tutto,come pure in alcuni Paesi avviene, sia ancorato a parametri oggettivi non modificabili dai governi di turno in caso di programmazione non gradita. Pronti a discutere anche dell’accorpamento immediato di alcune testate. Nulla – ha concluso- è immutabile, purchè sia salvaguardato il concetto di servizio pubblico. Di questo e altro parleremo durante le tappe siciliane di “Riprendiamoci la Rai”, il 14 a Catania e il 15 a Palermo».

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