Roma, 3 luglio – Michele Santoro avrebbe preteso la modifica, anche radicale, senza alcun “ragionevole” preavviso delle puntate della possibile nuova trasmissione su La7. Telecom Italia Media, la società che gestisce il nascente terzo polo tv, spiega così in una nota le motivazioni della rottura delle trattative con il popolare giornalista, replicando in modo deciso alle “illazioni” contenute nell’articolo de Il Fatto Quotidiano dello scorso 2 luglio che avevano invece interpretato il no a Santoro come il risultato di una manovra del governo atta favorire (e non danneggiare) Telecom Italia nell’ambito dello sviluppo e del diritto di accesso alle reti Internet in banda larga.
TI Media aggiunge che «la rottura delle trattative è dovuta alla richiesta continua e perentoria effettuata dal dott. Michele Santoro di riservarsi il diritto, una volta individuato il tema della trasmissione, di modificare, anche in senso profondo, l’eventuale “premessa”, gli ospiti in studio, la scaletta, i filmati da trasmettere e quanto altro fosse necessario per gestire in totale autonomia il programma da Lui condotto, senza alcun ragionevole preavviso (erano stati concessi solo alcuni minuti). Questa richiesta, che viola le regole interne – già ampiamente rappresentate al dott. Santoro – che presiedono i rapporti con tutti i volti della rete, pone ingiustificati rischi legali di natura penale e civile in capo all’Editore che non si è ritenuto di correre».
Quanto all’offerta definita “generosa” del direttore del telegiornale de La7 Enrico Mentana «di includere il programma del dott. Santoro nella testata giornalistica, al fine di alleviare i rischi dell’Editore» questa «è stata dallo stesso rifiutata poiché considerata artificiosa». Ma Telecom Italia Media vuole sgombrare il campo anche dalle ipotesi di un collegamento fra quanto previsto nella finanziaria correttiva (che ha escluso la possibilità di annoverare la rete Telecom a banda larga fra i servizi universali) e la decisione di TI Media di interrompere le trattative. Confermando «che le opinioni delle parti sulla gestione operativa dei rapporti fra l’Autore e l’Editore, così come rappresentato in precedenza, sono risultate inconciliabili ben prima che fosse emessa la bozza di finanziaria, dunque – sottolinea il gruppo controllato da Telecom Italia – le illazioni formulate da Il Fatto Quotidiano sono prive di fondamento reale».