Switch-off Puglia: interrogazione in Senato sui rischi per le tv locali

Il bando pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.31 del 14 marzo 2012, 5° serie speciale, relativo all’assegnazione delle frequenze in tecnica digitale terrestre per le tv locali della Regione Puglia, sta suscitando forti riserve nel comparto delle aziende televisive regionali private del territorio pugliese.

In proposito 12 senatori quasi tutti pugliesi (Cosimo Gallo, Francesco Casoli, Paolo Amato, Francesco Amoruso, Adriana Poli Bortone, Rosario G. Costa, Luigi d’Ambrosio Lettieri, Simona Licastro Scardino, Carmelo Mora, Pasquale Nessa, Michele Saccomanno, Alberto Maritati) hanno promosso un’interrogazione orale urgente al ministro dello sviluppo Corrado Passera, in quanto il processo di digitalizzazione dei canali tv sta producendo effetti devastanti in Puglia, che potrebbero avere come conseguenza la scomparsa della stragrande maggioranza della televisione locale in ambito provinciale e territoriale.

«Il bando in questione – afferma il primo firmatario Cosimo Gallo – mette a disposizione della regione un numero di frequenze pari a 18, che in realtà si riducono a 16 poichè nel 2015 è prevista la riduzione di ulteriori frequenze. Oltre ciò, altri 10 canali saranno sottratti per altri servizi. Inoltre per l’assegnazione delle frequenze, il bando mette a disposizione 45 punti su 100 per ha una copertura regionale. Tuttavia lo stesso bando, pur ammettendo una forma di intesa associativa tra più televisioni di diverse province della Puglia, e in considerazione dell’interpretazione che gli uffici ministeriali darebbe al bando, non darebbe la possibilità di sommare il punteggio di ciascuna azienda tv, provinciale o territoriale, in un’associazione di intesa, ma il punteggio sarebbe soltanto calcolato per un’azienda capofila, cioè un’azienda provinciale o territoriale, anche se nell’intesa le aziende associate, insieme, coprono gran parte del territorio regionale».

Per i senatori firmatari dell’interrogazione «le frequenze programmate per il digitale in Puglia, secondo le interpretazioni degli uffici ministeriali, saranno esclusivamente a favore di gruppi televisivi regionali e di altre aziende televisive provenienti da altre regioni».

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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