Rai. Dg Lei: “evasione del canone è insostenibile”

Roma  – E’ sempre più insostenibile per la Rai il problema dell’evasione del canone di abbonamento, sia ordinario che speciale. E “presto o tardi imporrà a questa direzione generale, nel primario interesse aziendale di non recare danno al patrimonio, di valutare ogni opportuna azione per il recupero della differenza tra le spese che la Rai sostiene per le attività di servizio pubblico e quanto riceve dal canone”.

Lo ha detto il Direttore generale, Lorenza Lei, nel corso dell’audizione di ieri, con il Presidente, Paolo Garimberti, in Commissione di Vigilanza. Proprio la Commissione il direttore generale ha voluto coinvolgere su questo argomento che nonostante le ripetute sollecitazioni ad intervenire alle istituzioni competenti non ha ancora trovato adeguata risposta, come più volte lo stesso Garimberti ed anche l’attuale Dg hanno sottolineato. “Lo sforzo imponente che ci viene richiesto – ha aggiunto – è quello di separare le legittime questioni politiche, che devono trovare piena soddisfazione nel dibattito anche consiliare così come ha voluto il legislatore, dalle priorità aziendali che in quest’epoca di crisi generalizzata di sistema assumono, per quanto mi riguarda, gli unici obiettivi che caratterizzano la mia missione”. Il Dg ha quindi sottolineato che “questo vale anche per i cosiddetti casi Gabanelli, Fazio, Floris, Dandini e tutti gli altri, anche mano noti, che meritano la medesima attenzione. Non a caso porta la mia firma la proposta di palinsesto di tutti i loro programmi che andranno regolarmente in onda secondo le corrette procedure aziendali, di recente rese conformi e alla normativa pubblicistica”.

A detta del direttore generale della Rai, ogni anno vengono a mancare ben 740 milioni di euro dal bilancio dell’azienda televisiva pubblica, 600 milioni dal canone ordinario e 140 milioni di euro da quello speciale. Alcune associazioni di consumatori hanno però calcolato che se tutti gli uffici pubblici, le aziende, i partiti, gli enti locali pagassero regolarmente l’imposta per il possesso di un apparecchio in grado di ricevere le trasmissioni Rai,  potrebbero arrivare nelle casse della tv pubblica oltre 800 milioni l’anno solamente dal canone speciale. Tutto ciò non accade a causa di evidenti falle normative grate alla classe politica e di una legge del 1938 che andrebbe totalmente rifatta.

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