Nessuna nazionalizzazione della rete di Telecom Italia. La manovra finanziaria approvata ieri ha messo definitivamente a tacere le voci, circolate nei giorni scorsi, in merito alla possibilità di annoverare a banda larga fra i servizi universali. Il testo della manovra parla di “progetto strategico” sulla base del principio di “sussidiarietà orizzontale” per la realizzazione della nuova infrastruttura a banda larga e larghissima (fibra e non solo dunque). Questo significa che nelle zone in cui i privati hanno gia’ loro piani di investimento, il progetto del governo non potra’ intervenire. Ma, più importante, nel testo si parla di “valorizzazione” degli asset, nonché di “ammodernamento e coordinamento delle infrastrutture esistenti”: nulla a che vedere, dunque, con il paventato esproprio della rete dell’azienda presieduta da Franco Bernabè.
Il documento predisposto dal ministero dello Sviluppo, infatti, prevede l’investimento di FiberCo (la societa’ della fibra alla quale avrebbero dovuto partecipare tutti gli operatori), solo nelle citta’ dove i gestori non hanno piani di copertura per almeno il 50% delle unita’ abitative nei prossimi cinque anni. (Corriere delle comunicazioni)
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