New York – Dopo avere resistito per oltre un anno, i colossi di internet fanno un passo avanti (a dire il vero piccolissimo) per tutelare la privacy degli utenti. Alcune società tra cui Apple, Microsoft, Amazon e Google stanno introducendo un pulsante sul browser per impedire di rendere rintracciabili i propri dati.
La decisione segna un passaggio chiave nella battaglia per la privacy sul web. Una causa per cui si sta battendo anche la Casa Bianca, che sta spingendo per l’approvazione di una legge che sancisce le regole con cui le imprese possono utilizzare abitudini di navigazione, preferenze e contatti degli utenti. L’amministrazione Obama ha presentato infatti le linee guida di una ‘carta dei diritti’ per la tutela di dati personali su internet, basato sull’accordo spuntato con i giganti del settore, che hanno dato il loro via libera a rispettare, se richiesto, l’anonimato dei navigatori, non seguendo la loro attività online.
La Federal Trade Commission, l’organo di controllo del commercio negli Stati Uniti, aveva invocato l’adozione del “pulsante anti-tracciamento” due anni fa e, a inizio 2011, la prima società ad adottarlo è stata Mozilla, produttore di Firefox, seguita da Microsoft, Internet Explorer e Apple. Si aggiungerà presto all’elenco anche Google, che prevede l’introduzione del pulsante su Chrome entro fine 2012. Il “pulsante anti-tracciamento”, tuttavia, non tutela completamente gli utenti dagli occhi indiscreti della rete. Le aziende che lo adottano, infatti, non possono utilizzare i dati per ottimizzare i messaggi pubblicitari, ma sono libere di farlo per ricerche di mercato e sviluppo del prodotto. «E’ un buon inizio», ha commentato Christopher Calabrese, consulente legale dell’organizzazione non profit American Civil Liberties Union. «Ma vogliamo poter scegliere di non essere rintracciati completamente». (TMNews)