Il passaggio al nuovo digitale terrestre DVB T2 è ancora da definire

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Non c’è ancora una data per il fatidico passaggio allo standard di trasmissione DVB T2 del digitale terrestre. Si attendono i dati sulla diffusione dei TV compatibili a livello nazionale. Se ne riparlerà a marzo.

Il passaggio al digitale terrestre di seconda generazione DVB T2 non è ancora nel calendario definitivo del governo e dei broadcaster, sebbene le date sarebbero dovute cadere nella prima parte del 2023, secondo la road map fissata dai precedenti esecutivi.

Ieri martedì 7 febbraio 2023, infatti, in occasione del Tavolo permanente delle comunicazioni elettroniche – settore televisivo presieduto dal sottosegretario Fausta Bergamotto, presso il ministero delle Imprese e del made in Italy, non è stata presentata alcuna decisione sula passaggio alla nuova tv digitale.

Nonostante la presenza delle direzioni generali, dei rappresentanti dell’Agcom e della Conferenza delle Regioni e delle province autonome, delle associazioni di categoria dei media televisivi e delle imprese radiotelevisive, delle emittenti tv, delle società proprietarie dell’infrastruttura di trasmissione e delle associazioni del settore dell’elettronica, non è stata fissata una data nel calendario per determinare lo Switch Off del nuovo digitale terrestre

Le varie parti si sono promesse di esaminare i temi di interesse del comparto in un momento di profonda trasformazione, anche a seguito dei processi di liberazione della banda 700 MHz e la dismissione della codifica MPEG-2 a favore della più performante codifica MPEG-4. Nel corso dell’incontro è stata confermata la piena collaborazione e sostegno da parte del ministero e sono state ascoltate le osservazioni e le esigenze tecnico-operative degli stakeholder. 

Attorno al tavolo tecnico si è discusso anche dell’allocazione della banda televisiva sub-700 (passaggio cruciale per il futuro della televisione su piattaforma terrestre essendo l’ultima banda disponibile a livello europeo per il broadcasting terrestre televisivo), del tema “prominence”, cioè dell’uso dei telecomandi smart privi di tastierino numerico, della riforma del regolamento dei contributi per l’emittenza locale, e della difesa dei minori.

«A seguito dello spegnimento della codifica MPEG-2, avvenuta lo scorso 21 dicembre – ha dichiarato il sottosegretario Bergamotto – ora dobbiamo guardare avanti, alle prossime sfide, al passaggio allo standard di trasmissione DVB-T2 e per conseguire tale obiettivo, è necessario attuare un’azione graduale, che tenga conto del livello di diffusione degli apparati televisivi di nuova generazione, un dato che stiamo monitorando e i cui risultati si potranno avere a marzo».

Decisivi, quindi, potranno essere i dati sulla diffusione degli apparecchi televisivi compatibili con il nuovo standard T2. Numeri aggiornati a fine anno che chiariranno quante famiglie italiane resterebbero con uno schermo nero perché non provviste di tv o decoder DVB T2. A metà dello scorso anno erano un terzo del totale.Rai e TV locali, in ogni caso, spingono perché il passaggio avvenga al più presto.

Tutti d’accordo, invece, governo compreso, sul la necessità di lasciare alla TV la banda 470-694 MHz e di spingere a livello internazionale (presso il World Radiocommunication Conference 2023 di Dubai) perché questo sia garantito anche oltre il 2030.

Sull’uso mobile della banda televisiva sub-700 il sottosegretario ha evidenziato che «al fine di definire la posizione nazionale sui vari item oggetto della WRC, è stato costituito un Gruppo Nazionale con la partecipazione del ministero della Difesa, del ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibile, dell’Enac, dell’Agcom, delle aziende e delle associazioni di settore. Attualmente è in discussione una posizione comune a livello europeo sui tavoli internazionali in cui la delegazione italiana continuerà a supportare la posizione del mantenimento (No Change) del servizio televisivo come servizio primario fino alla WRC 31».

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