A pochi giorni dallo switch-over la Corecom Lazio lancia l’allarme: «non ci sono abbastanza frequenze per le piccole emittenti». Secondo uno studio del Multimedia Lab del Cattid dell’Università La Sapienza di Roma e dell’Istituto di Economia dei media della Fondazione Rosselli, delle 53 emittenti locali attualmente solo il 40-45% trasmette già in digitale, ma per le tv restanti non ci sono i posti disponibili, nonstante posseggano un’autorizzazione ministeriale. Tutto questo perchè non esiste un piano regionale sulle frequenze digitali.
Nel Lazio vi sono 56 frequenze a disposizione, suddivise per area territoriale, dalle quali vanno sottratte le emittenti che trasmettono nelle aree confinanti del paese, per non interferire con i canali francesi e con quelli del Vaticano (quest’ultimo ha 3 canali tv e uno radio), e le 25 frequenze prenotate dai media tv nazionali. Perciò solamente un terzo è a disposizione di quelli locali. Le tv laziali sono suddivise tra regionali, provinciali e di piccola area, ma non si capisce quale classificazione si potrà adottare e chi potrà effettivamente trasmettere sulla piattaforma digitale terrestre.
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