La banda ultralarga va a rilento in Italia. A maggio solo 169 comuni coperti dalla rete veloce (127 a fine 2014).
Secondo i dati elaborati dall’Ossevatorio Ultra Broadband di Between (dato medio nazionale) il servizio in fibra ottica è reso potenzialmente disponibile (da Telecom Italia, Fastweb, Vodafone e Wind-Infostrada) per un terzo della popolazione. Troppo indietro rispetto alla media europea: la copertura media secondo l’Ue che si riferisce al 2013 indica una percentuale del 62%.
Nel Paese dei Cachi qualcosa però si muove rispetto a qualche mese fa: a fine del 2014 i comuni con rete di nuova generazione già disponibile alla clientela secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Ultra Broadband Between-EY erano 127 (29% della popolazione). Alla fine del primo semestre del 2014 erano 69 (24% dell popolazione) mentre a fine 2013 erano 28 (14%) della popolazione.
A ogni modo, stando all’oggi, che si tratti di fibra fino agli armadi di strada (Fttc) o di fibra portata direttamente fino a casa (Ftth), il risultato dice comunque questo: neanche 200 comuni italiani possono godere di questa “infrastruttura a prova di futuro”. Così la fibra ottica veniva testualmente definita all’interno del documento ufficiale messo nero su bianco dal governo, il Piano banda ultralarga di inizio marzo. Del resto la costruzione di una rete di nuova generazione è considerata ormai indispensabile vista la crescita esponenziale del traffico dati spinto dai contenuti video che già oggi richiedono banda e capacità e che sempre di più ne richiederanno con l’arrivo di soggetti specializzati nell’on demand television (leggi Netflix).
Inoltre, non vanno dimenticati gli obiettivi dell’Agenda digitale, che sono da raggiungere: l’Unione Europea ha stabilito che al 2020 tutti i cittadini dovranno avere a disposizione connessioni ad almeno 30 Mbps con un 50% messo nelle disponibilità di navigare a 100 Mbps. «In questa situazione – spiega Cristoforo Morandini, partner EY intervistato dal Il Sole 24 Ore – va certamente messo in evidenza che la macchina infrastrutturale si è definitivamente messa in moto, ma la strada è ancora lunga. E questo a maggior ragione se l’obiettivo rimane quello indicato dal Piano governativo sulla banda ultralarga», che entro il 2020 vuole portare i 30 Mbps a tutti e i 100 Megabit all’85% della popolazione (quindi più del 50% dettato dalla Ue).
Se l’infrastruttura è a prova di futuro, il presente si dimostra comunque ancora ben lontano da un mondo ideale. Declinate in chiave regionale le elaborazioni condotte dall’Osservatorio Ultra Broadband di Between-EY segnalano due regioni – Valle d’Aosta e Molise – ancora prive di offerte commerciali in fibra ottica. A seguire, la percentuale di popolazione coperta da servizi già attivi va dal 9% di Trentino-Alto Adige al 55% del Lazio. Per numero di comuni coperti, il primato va invece alla Lombardia (37), seguita da Campania (30) ed Emilia-Romagna (21).
Fonte: Il Sole 24 Ore