Aereo, la piccola start-up contro le major della tv USA

aereo1La storia di Aereo, una piccola azienda che distribuisce programmi e canali tv via internet, rappresenta tutti i limiti e le barriere dell’industria mondiale dell’audiovisivo di fronte alla rivoluzione della grande Rete.

I giganti americani della tv, da Abc (controllata di Walt Disney Co) a Cbs, da Nbc (controllata di Comcast) sino a 21st Century Fox, spalleggiati da altre mega aziende del settore, si sono uniti contro questa sconosciuta start-up di Internet, Aereo appunto, accusandola di usare una tecnologia antica quanto la tv stessa, l’antenna (anche se in una versione sofisticata e di ridottissime dimensioni), per catturare dall’etere i programmi tv gratuiti (attraverso le onde radio), convertirli e riprodurli in streaming online per i suoi abbonati.

Lo scontro, che sulla carta appare impari, è arrivato alla Corte Suprema degli Stati Uniti, la cui sentenza, che di certo non sarà l’ultima, farà scuola, perché stabilirà se una società come Aereo fa qualcosa di legale (come sostengono gli avvocati dell’azienda) o no (come invece sostengono le major tv), ridistribuendo i contenuti delle reti televisive sui Pcsmartphone e tablet ai propri abbonati per 8 dollari al mese, in undici città degli Stati Uniti, tra cui New York e Boston. Come riporta il Wall Street Journal, la sentenza del massimo tribunale americano è attesa a fine giugno.

Secondo le emittenti, la società di Chet Kanojia starebbe violando il diritto d’autore e rubando i loro contenuti visto che non paga tasse di ridistribuzione (come fanno i sistemi via cavo e satellitari). Uno dei nodi che la Corte deve sciogliere sta nello stabilire se Aereo proponga riproduzioni pubbliche o private di contenuti coperti da copyright. Kanojia è convinto che siano private visto che è il consumatore a decidere se e quale programma vedere (o registrare): la start-up si limita a fornire, temporaneamente e da una postazione remota, l’antenna, a un solo cliente per volta, riproducendo quello che accade con le tv casalinghe che appunto captano i segnali delle reti gratuite. Insomma, Aereo non venderebbe i programmi ma solo l’affitto dell’antenna. Se Aereo dovesse vincere la sua battaglia, sulla quale si gioca la portata delle legge sul Copyright Act, verrebbe compromesso il lucrativo modello di business delle tv via cavo del mercato USA.

La piccola start-up ha subito negli Usa alcune sconfitte in vari tribunali americani. L’ultima decisione in merito è quella del giudice Dale Kimball dello Utah che ha emesso una ingiunzione per proibire le attività di Aereo sotto la propria giurisdizione, vale a dire Utah, Wyoming, New Mexico, Oklahoma, Colorado e parte di Montana e Idaho, con i servizi di Salt Lake City e Denver che dovranno interrompere le proprie attività. Ma è uscita vittoriosa da numerose altre cause dopo due gradi di giudizio, come quelle di New York e in Massachusetts.

Google, Facebook e Yahoo!, attraverso la Computer and Communications Industry Association (CCIA), si sono schierati dalla parte di Aereo. «Le emittenti non possono ostacolare l’innovazione — ha dichiarato Kanojia —. Internet sta cambiando tutto, piaccia o no». Se Aereo dovesse vincere la causa, i grandi gruppi televisivi riceverebbero un colpo memorabile visto che i ricavi generati dalla ritrasmissione dei contenuti rappresentano una fetta considerevole dei loro guadagni. In diversi hanno già annunciato che smetteranno di trasmettere attraverso le onde radio. Tutti, in ogni caso, continueranno la battaglia contro questa piccola ma ingombrante antenna.

Fonti: Il Corriere della Sera | puntoinformatico.it | adnkronos.com | Il Sole 24 Ore Radiocor

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