La velocità media di connessione registrata in Italia da Akamai nel quarto trimestre 2013 (nel Report State of The Internet) raggiunge i 5,2 Mbps, con un picco pari a 21,6 Mbps. Un aumento del 8,7% rispetto al 2012 che però è tra i più bassi tra i paesi EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), unico sotto il 10%. Mentre migliorano i dati per quanto riguarda banda larga e larghissima. L’adozione della banda larga nel nostro Paese ha registrato una crescita del 78% rispetto allo scorso anno, stabilizzandosi al 57%. E nella banda ultralarga il Paese dei Cachi (afflito comunque dal digital divide) registrata un significativo +30%. Ma solo il 4,9% degli italiani ha accesso a connessioni al di sopra dei 10 Mbps.
A livello globale il Rapporto Akamai, azienda leader nell’offerta di servizi cloud per l’erogazione di contenuti online e applicazioni business, sullo Stato di Internet per il quatro trimestre 2013, riporta una continua crescita della velocità media di connessione globale, che con un incremento del 5,5% rispetto al trimestre precedente, si attesta intorno ai 3,8 Mbps. Nonostante questo incremento, metà dei Paesi tra i primi 10 nella velocità media di connessione, inclusi i primi quattro, hanno registrato un calo nominale rispetto al trimestre precedente, da un minimo del -0,7% nei Paesi Bassi fino al -6,7% in Lettonia.
Inoltre, il picco medio della velocità di connessione ha recuperato il lieve calo registrato nel terzo trimestre del 2013, con un aumento del 30%, raggiungendo i 23,2 Mbps nel quarto trimestre. Nella classifica generale della velocità media di connessione, però l’Italia, con i suoi soli 5,2 Mbps, occupa la quarantaseiesima posizione, mentre è al 69° posto per quanto riguarda i picchi di velocità.
I Paesi europei spiccano per l’aumento anno su anno nella velocità media di connessione. I Paesi Bassi, ad esempio, al terzo posto nella classifica mondiale, hanno registrato un +38% di incremento rispetto al quarto trimestre 2012, mentre la Svizzera, al quinto posto, ha registrato un incremento del 27%.
Lo scorso ottobre, il provider francese Iliad ha lanciato un servizio di rete da 1Gbps, mentre in novembre Swisscom ha annunciato l’offerta di un abbonamento a 1Gbps per oltre 650mila clienti privati. Inoltre, entro il 2015, il governo finlandese prevede di migliorare la capacità di trasferimento di dati a livello internazionale grazie a un nuovo cavo ottico sottomarino da 100 milioni di euro, che collegherà la Finlandia e la Germania.
In Europa, l’adozione dell’high broadband (maggiore di 10 Mbps) continua la sua corsa, con i Paesi Bassi e la Svizzera a condurre la classifica con un tasso di adozione rispettivamente del 45% e 42%. I tassi di crescita trimestrali registrati nei paesi esaminati vanno da un +1% dei Paesi Bassi fino a un impressionante +30% registrato in Italia.
A oggi anche se il 4,9% degli italiani utilizza connessioni al di sopra dei 10 Mbps, è da notare che è stata registrata una crescita del 63% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una percentuale di crescita trimestre su trimestre a doppia cifra nei tassi di adozione è stata inoltre registrata in Svezia (+19%), Finlandia (+18%), Turchia (+14%) e Regno Unito (+11%). Anno su anno, svariati Paesi europei hanno poi osservato incrementi significativi: Turchia (+234%), Irlanda (+178%), Francia (+144%), Spagna (+127%) e Belgio (+123%).
Sulle reti mobili, il quarto trimestre 2013 ha registrato una velocità media di connessione mobile tra gli 8,9 Mbps del provider mobile russo RU-1 e gli 0,6 Mbps del provider mobile Sud Africano ZA-1. Il picco è leggermente minore dei 9,5 Mbps registrati nel terzo trimestre 2013. In Italia esiste un divario di circa 1,7 Mbps tra il provider che offre la velocità di connessione mobile media maggiore (5 Mbps) e quello che offre la velocità media minore (3,3 Mbps). Le velocità di connessione massime offerte dagli operatori italiani vanno dai 38,4 Mbps ai 21,5 Mbps. Ancora lontani dal record globale, superiore ai 100 Mbps, registrato dai fornitori AU-1 in Australia e HK-3 a Hong Kong.
Secondo il Report l’Europa rimane leader nell’adozione di Ipv6. Oltre 780 milioni di indirizzi Ipv4 unici in 238 Paesi si sono connessi alla Akamai Intelligent Platform nel quarto trimestre 2013, quasi il 3% in più del trimestre precedente e il 10% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tra i Paesi europei con il maggior numero di indirizzi IPv4 connessi alla Intelligent Platform, i cambiamenti registrati trimestre su trimestre vanno da un -1,6% del Regno Unito (in sesta posizione a livello globale) fino a un +3,3% dell’Italia, che permane in nona posizione nella top ten globale, assestandosi a poco meno di 20 milioni di indirizzi connessi.
Gli Stati Uniti e i Paesi europei analizzati continuano a guidare la classifica mondiale dell’adozione di indirizzi IPv6. Nella top ten globale figurano ben sette nazioni europee: Svizzera, Romania, Lussemburgo, Germania, Belgio, Francia e Irlanda.
Akamai ha come sua consuetudine inoltre monitorato il traffico legato agli attacchi informatici e individuare sia i Paesi origine del maggior numero di attacchi sia le porte loro obiettivo. Nel trimestre in esame (Q4 2013), Akamai ha identificato 188 Paesi origine degli attacchi, tre volte il numero rilevato nel trimestre precedente. La Cina ha mantenuto la sua posizione di principale fonte di minaccia al mondo, con una crescita del numero di attacchi trimestre su trimestre dal 35 al 43%. Seguita da Stati Uniti al 19% (dall’11% registrato nel trimestre precedente) e Canada, cresciuto di 25 volte fino a raggiungere un +10% rispetto al trimestre precedente.
Rispetto al precedente, nel trimestre in esame, è sceso di oltre il 2% il numero di attacchi provenienti dall’Europa che, in totale, ha generato l’11% degli attacchi osservati, 0,4% dei quali originati in Italia. Sugli attacchi DDoS, scesi dai 318 del secondo trimestre ai 281 del terzo del 2013, sono comunque cresciuti del 23% dal terzo al quarto trimestre (346). In contro tendenza, l’Europa fa segnare un leggero calo e rappresenta complessivamente il 14 per cento di tutti gli attacchi rilevati nel 2013.
In base ai dati raccolti da Akamai, durante il quarto trimestre 2013, circa il 35% delle richieste globali su reti cellulari connesse alla Akamai Intelligent Platform sono state originate da dispositivi che utilizzano l’Android Webkit, seguiti da Safari Mobile (29%). Se invece analizziamo tutti i network (non solo quelli cellulari), da Safari Mobile è giunto circa il 47% delle richieste e da Android Webkit circa il 32%. Secondo i dati raccolti da Ericsson, nel quarto trimestre 2013, il volume del traffico di dati mobile è cresciuto del 70% rispetto allo stesso periodo del 2012 e di circa il 15% dal terzo al quarto trimestre 2013.