Codacons: il 96% degli esercizi pubblici in Liguria non paga il canone Rai

Genova – E’ record di evasioni del canone Rai in Liguria. Lo denuncia il Codacons che, rilanciando i dati diffusi dalla Rai, mette nel mirino oltre 41.000 esercizi pubblici liguri che non pagano la tassa sulla radiotelevisione. Per un’evasione totale pari a 230 milioni di euro.

Nell’elenco figurano il 96% di alberghi, residence, ristoranti, negozi e strutture turistiche e ricettive in generale. A completare la lista stilata dall’associazione dei consumatori anche circoli, associazioni private, ospedali, case di cura, uffici, navi di lusso, sedi di partiti politici, studi professionali, mense aziendali, scuole ed istituti religiosi.

In realtà la percetuale di evasione del canone della Liguria denunciata dal Codacons si attesta nella media nazionale del mancato pagamento del canone speciale (riservato agli esercizi pubblici, agli enti locali e alle aziende), che supera, secondo i dati della Rai, di gran lunga il 90%. Discordanti invece le cifre: per la Rai a livello nazionale verrebbero a mancare ogni hanno 140 milioni dall’evasione del canone speciale. Mentre le cifre calcolate in Liguria dall’associazione a tutela dei consumatori potrebbero rientrare invece nel calcolo fatto dall’Aduc, sempre su scala nazionale, che ha quantificato l’ammanco “speciale” superiore ai 700 milioni di euro l’anno. Il Codacons ha inviato oggi un esposto alle Procure competenti in difesa della “miriade di privati cittadini cui l’Agenzia delle entrate richiede periodicamente il pagamento del canone Rai”. L’associazione dei consumatori spiega inoltre che “a seconda della categoria, il canone evaso va da 198,11 a 6.603,22 euro”.

Fonte: ANSA

2 thoughts on “Codacons: il 96% degli esercizi pubblici in Liguria non paga il canone Rai

  1. Il Codacons Liguria è completamente daccordo con tutti coloro che non pagano il canone: fanno bene!
    La RAI dovrebbe essere gratuita come lo sono le TV private.
    Aggiungiamo che il Codacons di Roma si schiera un pò a destra e un pò a sinistra a second di dove viene meglio al momento, un calcio al cerchio ed uno alla botte così si raccatta tutto.
    Alla faccia della tutela dei consumatori.

    1. Gentile sig.ra/sig.na Alzaini,
      La ringrazio per la precisazione. Non metto in dubbio che il Codacons Liguria sia a favore dell’abolizione del canone Rai. Io qui sopra ho riportato solo una notizia lanciata dall’Ansa, completandola con altre cifre ufficiali.
      Comunque l’argomento della gratuità o meno del servizio pubblico radiotelevisivo è complesso e tortuoso. In primo luogo perchè è la politica dell’esecutivo e dei partiti (tutti nessuno escluso) che non vuole un servizio pubblico privo della tassa sul possesso di televisori, decoder, e dispositivi vari. Una Rai senza introiti derivanti dall’abbonamento sarebbe un’azienda impossibilitata a portare avanti la sterile (ma vantaggiosa) concorrenza nei confronti dell’unico competitor del mercato tv di proprietà del premier.
      L’imposta del canone però così com’è ora (è in vigore da 73 anni, anche se aggiustata negli ultimi 10), andrebbe cancellata e completamente rifatta. Ma sarebbe il caso anche di rifondare anche una Rai che non riesce più a svolgere il ruolo di servizio pubblico. Se la Radio Televisione Italiana, che è un patrimonio inestimabile di questo paese ma anche dell’Europa, deve continuare ad essere sfruttata per gli interessi della politica e per i comodi dei privati e dei poteri forti italiani, raggiungendo inoltre in questi anni un livello di qualità televisiva infima, non dovrà essere certamente sostenuta in futuro con le risorse pubbliche e dei cittadini. Se invece tornerà ad essere una televisione al servizio del cittadino italiano, lo stesso potrà contribuire a mandarla avanti.
      Ora come ora sarebbe impensabile eliminare il canone, perchè la Rai è già gravata da un deficit pesante e andrebbe inesorabilmente a fondo. Il tasso di evasione è sicuramente alto, ma il canone ordinario non supera il 28% di mancati pagamenti (secondo il dg Lei dovrebbe essere una cifra intorno ai 600 mln). Il resto degli abbonamenti (e sono centinaia di milioni di euro) arrivano nelle casse del servizio pubblico che sopravvive, seppur mal gestito da anni, grazie anche a questi introiti pubblici.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.