Da gennaio a marzo il bilancio è comunque molto negativo. Secondo i dati Nielsen, la raccolta su tv e quotidiani è calata dell’8,3% per entrambi, anche se il peso in valori assoluti è diverso. I periodici hanno visto diminuire la raccolta del 10,8%, mentre le uniche due voci in crescita sono quelle relative a Internet (+8,5%) e Out of home tv (+11,6%). Il Web sta rallentando rispetto alle performance tradizionali, anche se il display (banner e loro evoluzioni) è cresciuto del 20,1%.
Gran parte di queste variazioni derivano da una stretta dei maggiori investitori. L’alimentare, per cominciare, ha ridotto la spesa del 7,7%, questo nonostante per i consumi non sia andata così male: la grande distribuzione, infatti, ha registrato fatturati solo leggermente negativi, mentre a crescere del 4% sono stati i discount. Il secondo settore per investimenti, quello automobilistico, ha ridotto la spesa in pubblicità del 5,6%, mentre il terzo, le tlc, addirittura del 24%.
Ad aver incrementato la comunicazione sono stati farmaceutici/sanitari (+4,4%) e finanza/assicurazioni con un ottimo +19,5%. Sulla tv la finanza ha fatto crescere gli investimenti con un +37,5%. Sulla radio anche l’abbigliamento è cresciuto con +57%. Mentre il settore alimentare si è buttato su Internet con +175%. La farmaceutica ha invece investito sui quotidiani con +17%, così come la finanza e le assicurazioni, +16,7%. E ancora farmaceutica sui magazine a +8,6%.
Fonte: ItaliaOggi
Matteo Bayre è un esperto di nuovi media e tv digitale, freelance Front Web Developer, SEO Specialist e Web Content Editor. Blogger per passione. Ha una laurea specialistica in Scienze della Comunicazione.