Mediaset nel 2015 dovrà stringere i tempi per trovare un alleato forte per Premium e per affrontare la nuova sfida contro la Sky europea di Murdoch.

Al momento la priorità primaria in casa Fininvest è la valorizzazione di Mondadori. Ma dal 2015 la holding della famiglia Berlusconi dovrà lavorare intensamente sul riassetto di Mediaset nei suoi asset pay e in chiaro.

Secondo Andrea Montanari (MF – Milano Finanza), il Biscione affronterà un nuovo anno di rivoluzioni e grandi cambiamenti. A partire dal recupero della raccolta pubblicitaria da parte di Publitalia di Stefano Sala (che pare sia già iniziato con il +7% di novembre scorso). Nel corso del 2014 la concessionaria di Mediaset, pur mantenendo il 57,4% del mercato degli spot, ha perso una parte della sua forza, in favore della concorrenza. La Rai mantiene sempre 3-4 punti di share di vantaggio negli ascolti, mentre Sky Italia (grazie anche ai grandi eventi sportivi) ha ottenuto una crescita della pubblicità a doppie cifre (+28,6% fino ad agosto), anche se non crescono gli abbonati. Infine La7 di Cairo mantiene il suo 3% di mercato e continua a crescere negli ascolti (5,3% di share nel giorno medio), mentre il gruppo Discovery, da tempo terzo operatore della tv in chiaro, rosicchia giorno dopo giorno share e spot.

L’altra urgenza del Biscione è sicuramente la ricerca del socio-partner per Mediaset Premium. Dopo lo spinoff e l’esordio della nuova società (valorizzata per 819 milioni a fronte di un monte di diritti tv di 1,3 miliardi), e la vendita dell’11,11% delle quote a Telefonica per 100 milioni, la pay-tv italiana è ancora alla ricerca di un alleato forte che sostenga i pesanti investimenti del 2014 (si pensi ai 700 milioni investiti per i diritti esclusivi della Champions League).

Attualmente Premium può contare su un bacino di 1,72 milioni di abbonati, troppo pochi per pensare in grande. E infatti le previsioni hanno spostato il raggiungimento del break even solo nel 2017, dopo un 2015 atteso in perdita di 33 milioni. Le banche d’affari e gli analisti, dati alla mano, puntano su una fantascientifica fusione con Sky Europe, ma è altamente improbabile che Rupert Murdoch possa concedere un simile regalo al nemico di sempre Berlusconi.

Di nomi se ne sono fatti tanti nell’arco dell’anno: dalla tv del Qatar Al Jazeera a Telecom Italia sino appunto a Sky e Tf1 oltre a Vivendi. I movimenti di mercato delle tv a pagamento europee fanno pensare che i grandi colossi delle telecomunicazioni e quelli di produzione dei contenuti sono pronti a investire su di esse: in Gran Bretagna, ad esempio,  Vodafone vorrebbe comprare Virgin Media, mentre British Telecom ha messo gli occhi su EE per puntare su un’offerta tv su mobile, stessa cosa in Germania dove Deutsche Telekom sarebbe molto interessata al mercato pay-tv. Sky ha già vinto la battaglia per l’acquisto della più grande casa di produzione Endemol, vessata da un debito spaventoso.

Secondo MF, all’interno del risiko tra compagnie tlc e aziende tv, il partner ideale per Premium rimane comunque Vivendi di Vincent Bolloré. Il gruppo francese tlc, ben radicato nei mercati italiani attraverso partecipazioni in Mediobanca e tra poco in Telecom Italia, regalerebbe prestigio al Biscione, rafforzerebbe di molto l’offerta di contenuti del bouquet della pay-tv italiana.

Fonte: MF – Milano Finanza

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