Frequenze, al via l’asta per la Banda L

L’Agcom ha approvato ieri la delibera che sancisce l’avvio della gara per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze radioelettriche della Banda L (1452-1492 MHz), da destinare ai servizi di comunicazione elettronica mobili a banda larga e ultralarga con tecnologia 4G.

Con la delibera, l’Autorità per la garanzia nelle comunicazioni avvia «una consultazione pubblica tra tutti i soggetti interessati, riguardante le modalità di assegnazione della Banda L, la definizione dei lotti di frequenza che saranno posti a gara e le regole per lo svolgimento dell’asta». Gara che sarà effettuata dal Ministero per lo Sviluppo Economico e riguarderà gli operatori mobili già presenti in Italia e assegnatari di frequenze. La consultazione durerà un mese.

I tempi sono stretti anche perché si dovrà rispettare il calendario per l’emanazione del regolamento di gara, che dovrà vedere la luce entro il prossimo 15 marzo, così come previsto dalla Legge di Stabilità. Secondo alcuni esperti il governo, che punta alla valorizzazione di queste frequenze e ha fatto dello sviluppo della banda larga uno dei suoi cavalli di battaglia, prevede di incassare dalla vendita delle frequenze almeno 600 milioni di euro. Le bande larga e ultralarga consentiranno agli utenti di ricevere e scaricare dati in modo molto più veloce.

La cosiddetta Banda L era stata attribuita dal 1992 ai servizi di radiodiffusione sonora e di radiodiffusione sonora via satellite dalla Conferenza Mondiale di radiocomunicazione. Poi è stata destinata alla fornitura del servizio di radiodiffusione sonoro numerico terrestre T-DAB (la radio digitale). Dal 2007 il governo italiano ha preventivato la cessione alle telco di questa porzione di spettro.

La consultazione indetta dall’Agcom, scrive il Corriere delle Comunicazioni, servirà anche per chiarire come procedere: mettere all’asta i 40 MHz in un unico lotto sarebbe infatti molto differente dall’offrire 4 lotti da 10 MHz ciascuno. La soluzione più ragionevole potrebbe essere quella di mettere all’asta due lotti da 20 MHz. In ogni caso la Conferenza Europea delle amministrazioni delle Poste e delle Telecomunicazioni ha approvato nel 2013 la decisione che suddivide la banda in 8 blocchi da 5 MHz da utilizzarsi per applicazioni Sdl (Supplemental Down Link). Mentre la Commissione Europea aveva già annunciato di voler adottare entro il 2016 un provvedimento vincolante per i Paesi membri per l’uso della banda L per sistemi mobili pubblici. Per le telco si potrebbe trattare di una soluzione di compromesso rispetto alla spesa molto più alta a cui sarebbero stati chiamati se avesse subito un’accelerazione la messa all’asta della banda 700 (quella ancora occupata dalle tv), che a questo punto sembra rimandata.

Fonte: MF – Milano Finanza | corrierecomunicazioni.it