La svolta del 2013 per Cairo è stato proprio l’acquisto da Telecom della tv di Servizio Pubblico, del tg di Mentana e degli show di Crozza, che, nonostante la politica di tagli ai costi, viaggia a gonfie vele nel mercato tv. Quella di Cairo era apparsa come una sfida estrema. Non solo si trattava di un player che faceva un’acquisizione in un momento di mercato difficile, in attesa della ripresa della raccolta pubblicitaria, ma la scommessa nella scommessa c’era, perché si stava parlando del rilancio di La7.
La percezione che qualcosa avrebbe portato ad un chiaro successo di questa avventura è arrivata a deal chiuso. La dote di Telecom (per 88 milioni) a Cairo ha lasciato spazio per impostare una ristrutturazione. Ma la svolta vera è arrivata con la prova dei numeri della semestrale, che dava la rete praticamente con l’ebitda a break even. Ecco che dopo una fredda accoglienza, iniziale, la Borsa sta puntato – e molto – su questo titolo.
Il programma di taglio costi improntato da Urbano Cairo si è dimostrato da subito efficace e non sta intaccando l’audience, che invece per la rete continua a crescere a doppia cifra (far aumentare gli ascolti tagliando i costi non era un risultato banale). «Il nostro piano è a tre step – afferma il presidente Urbano Cairo – che sono: il contenimento dei costi, il mantenimento dei programmi di successo, la crescita della raccolta pubblicitaria».
Cairo era concessionaria per la raccolta pubblicitaria di La7 da prima dell’acquisizione del 30 aprile 2013: «abbiamo sempre fatto meglio del mercato, quest’anno siamo allineati, ma i nostri programmi vanno molto bene. Il prime time è cresciuto dell’11% nei mesi estivi, addirittura del 30% ad ottobre. E per noi, che la fascia 20.30/22.30 pesa il 60% del fatturato, sono segnali ottimi ». A colpire è stata la capacità di potare i rami secchi.
«C’erano programmi che costavano moltissimo – dice Cairo – e che avevano share in proporzione al costo molto bassi. Abbiamo trovato spese sui diritti non giustificate, per un’azienda in grado di prodursi gran parte del palinsesto. E altre inefficienze, spese spropositate». Quel che è stato trovato aprendo i cassetti di La 7 poco importa ora, l’esito finale di queste analisi sono che la cura impostata dall’imprenditore piemontese, ex ad di Mondadori, sta funzionando. «Se il risanamento sarà più veloce di quanto pensassimo (circa due anni) non posso dirlo ora, siamo fiduciosi. Abbiamo una posizione finanziaria netta positiva e faremo di tutto per non intaccare la cassa».
Fonti: repubblica.it | tuttosport.it
Matteo Bayre è un esperto di nuovi media e tv digitale, freelance Front Web Developer, SEO Specialist e Web Content Editor. Blogger per passione. Ha una laurea specialistica in Scienze della Comunicazione.
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