Mediaset per potenziare l’offerta di Premium ha speso in totale più di 1,8 miliardi di euro. 1,1 miliardi sono stati investiti per l’acquisto dei diritti tv delle partite degli 8 migliori club di Serie A per il triennio 2015-2018. 714 milioni di euro invece sono costati i diritti tv di tutti i match della Champions League. Lo scrive oggi MF Milano Finanza.
Una strategia industriale aggressiva per il gruppo del Biscione che si pone come obiettivo ultimo quello di portate una pay-tv sempre in perdita al fatidico break even. Ma, a leggere i documenti contabili del gruppo guidato dal vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, pare che di strada ce ne sia ancora da fare. Anche se attualmente il bacino di abbonati è salito a 1,9 milioni di clienti e i ricavi lentamente crescono: 406,1 milioni, +0,9% rispetto al 30 settembre di un anno fa. Al contempo crescono in maniera significativa anche i costi operativi, saliti in totale da 699,5 a 769,4 milioni (+10%), e in particolare nel terzo trimestre del 36,9% (+67,6 milioni rispetto all’anno precedente).
«Il risultato operativo delle attività televisive come previsto ha risentito a partire dal terzo trimestre dei costi principalmente relativi alla nuova stagione della Champions League», si legge nella relazione al 30 settembre. A questo dato vanno poi gli ammortamenti dei diritti tv balzati a 558,2 milioni (+5%) nei nove mesi, di cui 177,4 milioni (+18,2% pari a 27,3 milioni) nel solo periodo luglio-settembre. In totale, quindi, nel solo terzo quarter la Champions è costata quasi 100 milioni a fronte di ricavi di periodo di 140,7 milioni (+9,8%).
«Premium è sempre interessata a partnership internazionali che possono potenziare ulteriormente l’offerta e le capacità di investimento. Infatti tra gli azionisti è già presente una società come Telefonica», ha dichiarato nei giorni scorsi Franco Ricci, ad della stessa pay-tv di Mediaset al quotidiano online Key4Biz. «Più in generale, credo che la naturale evoluzione del mercato della pay-tv porterà nei prossimi anni alla creazione di soggetti di dimensione transazionale che possano competere su più mercati e condividere contenuti, tecnologie e infrastrutture». Parole che fanno dire agli esperti di settore che presto si tornerà a parlare di una qualche operazione straordinaria con Vivendi e Telecom.
Fonte: MF