Gli spettatori televisivi sono sempre più confusi dalla grande offerta di servizi, soprattutto streaming. Uno studio di Nielsen rivela che il pubblico tv impiega 10 minuti e mezzo a scegliere cosa guardare, e il 20% rinuncia alla TV se non trova nulla di interessante. Il problema è l’abbondanza della scelta: «il pubblico ha un controllo mai avuto prima. Ma lo streaming è travolgente: il pubblico perde tempo a cercare i contenuti e sa che può cambiare facilmente», dice il rapporto.
Lo studio si basa sui dati di Gracenote, una società che cataloga i contenuti video, e riguarda Usa, Regno Unito, Canada, Messico e Germania. In questi cinque mercati ci sono 2,7 milioni di titoli video, 40 mila canali lineari e 167 mila cataloghi streaming.
Anche in Italia la situazione è simile, con l’aumento dei servizi streaming on demand e delle offerte ibride con pubblicità. Si sta diffondendo anche il FAST, un servizio streaming gratuito con canali lineari che trasmettono vecchi programmi TV. Uno dei più diffusi è Pluto TV di Paramount ma anche le smart tv di Samsung e quelle di LG incorporano offerte simili. Un servizio FAST (Free ad-supported streaming tv) offre raramente contenuti originali esclusivi, spesso anzi trasmette canali che riprendono show già trasmessi dalle tv tradizionali e ne fanno canali ad hoc.
La sfida ora è personalizzare il contenuto. «Ci sono state tante esperienze, ma poca personalizzazione», dice Filiz Bahmanpour, vp product di Gracenote. «I servizi FAST devono fornire i contenuti e gli annunci giusti all’utente giusto con merchandising, curation e algoritmi». Non basta avere un catalogo fenomenale: l’utente rischia di essere sommerso.
Fonte: ItaliaOggi
Matteo Bayre è un esperto di nuovi media e tv digitale, freelance Front Web Developer, SEO Specialist e Web Content Editor. Blogger per passione. Ha una laurea specialistica in Scienze della Comunicazione.