Diritti Tv

Diritti TV Serie A, scoppia la guerra interna in Lega Calcio

Scoppia la guerra in Lega Calcio per la prossima asta sui diritti TV della Serie A. Tra “dichiarazioni improbabili” e “sparate senza senso” si fanno avanti le rispettive fazioni dei club nell’ottica di rafforzare o indebolire le rispettive controparti.

L’asta per i diritti TV della Serie A per il quinquennio 2024-2029 si avvicina (probabilmente partirà a fine campionato), e in questo periodo si intensificano le schermaglie tra le varie fazioni delle società calcistiche. In Lega Calcio attualmente si lanciano affermazioni a dir poco improbabili. Si parte con il progetto , non molto realistico, illustrato pubblicamente dall’ad della Lega Serie A, Luigi De Siervo, di provare a convincere i presidenti dei club a comprarsi Sky Italia per un miliardo di euro (anche se Sky non è in vendita),  o addirittura di acquistare DAZN.

Si prosegue poi con le ultime sparate del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, il quale ha dichiarato ieri che la Serie A potrebbe trasmettere da sola le partite, perché le pay-tv negli anni hanno perso 2,3 milioni di abbonati: «noi avevamo 4,2 milioni di abbonati tra Mediaset Premium e Sky. Oggi tra DAZN, TIM e Sky ci sono appena a 1,9 milioni abbonati, ne abbiamo persi 2,3 milioni per strada, che in termini di fatturato sono tanti» ha detto ADL. Secondo il presidente del Napoli, «Sky non capisce di calcio e sport perché nasce con il cinema», e, sempre secondo sue affermazioni, «la pay-tv starebbe chiudendo in Germania», (in realtà sono solo voci di vendita), e addirittura «starebbe per chiudere in Italia» (affermazione non vera). Secondo ADL non è possibile acquistare la tv satellitare per 1 miliardo di euro perché fa cose diverse.

Al di là delle totali fantasie irrealistiche annunciate dai presidenti di Serie A, si percepisce che l’ambiente del calcio italiano è in fibrillazione, e si riaccendono le storiche guerre intestine, anche perché nella prossima asta per i diritti TV è quasi certo che sarà impossibile incassare il miliardo di euro all’anno che i club ricevono ora dai contratti in essere.

Sky Italia si sta sostanzialmente disinteressando, provando a costruirsi un nuovo modello di business più sostenibile: ha rinnovato fino al 2027 i diritti tv della Formula Uno, ha comprato i diritti esclusivi della nuova Champions League di calcio dal 2024 al 2027 (203 partite a stagione), ha i diritti della Premier League (380 partite a stagione) e fa intendere di poter anche fare a meno delle 380 partite della Serie A, tenuto conto del modesto spettacolo in campo.

Secondo ItaliaOggi anche DAZN si muove in modo più cauto: dopo aver versato 840 milioni di euro a stagione, in accordo con il partner TIM in queste ultime tre annate, ora probabilmente non potrà investire più di 500 milioni di euro all’anno per i diritti TV della Serie A, per evitare anche di accumulare un rosso da 300 milioni di euro all’anno. I conti si possono fare grazie ai numeri che ha dichiarato ADL: di 1,9 milioni di abbonati al calcio, DAZN ne detiene 1,7 milioni.

Intanto Sky Italia va avanti nel processo di riorganizzazione del gruppo. Avviati processi di fusione e scissione parziale per arrivare a uno schema in Italia dove Sky Italia Holdings avrà partecipazioni solo in Sky Italia e in Vision Distdbution, mentre Sky Italia avrà come unica partecipazione quella in Sky Italia network service. Per questo lo scorso 23 marzo sono partiti i processi di fusione di Tele più (ormai non più operativa), di Digitai Exchange (advertsing su piattaforme digitali) e di Nuova società televisiva italiana (ovvero Tv8) in Sky Italia, all’interno del processo di “semplificazione e razionalizzazione degli assetti del gruppo Sky, anche nella prospettiva di ridurre i costi amministrativi e di governance”.

Fonte: ItaliaOggi